«L’Aspire Academy è la fabbrica dei sogni». Mattia Modonutti, presto nuovo responsabile di performance del settore giovanile dell’Inter, con un passato tra Real Madrid, Bologna e nazionale Italiana, ci ha raccontato il suo percorso e, soprattutto, cosa si prova a vivere in alcuni degli ambienti migliori al mondo, sportivamente parlando. Ci ha portato dentro all’Aspire Academy, centro di eccellenza creato (dal nulla) in Qatar, per lo sviluppo dei giovani talenti. «Hanno investito, a fondo perduto, miliardi di dollari per creare un movimento calcistico, in un paese di 300’000 abitanti. Là ho visto delle cose che hanno un’altra rotta. E come fare 15 anni di esperienza in più degli altri».
Aspire Academy, un paradiso (calcistico) in mezzo al deserto
L’Aspire è nata nel 2004 grazie a un decreto dell’ex emiro Hamad Al Thani. Da lì in poi, nell’oasi in mezzo al deserto, sono passati 4 milioni di ragazzi arrivati da 17 Paesi diversi. Dal 2007 al 2009 sono state giocate 150mila partite in 800 diversi impianti sportivi. Una macchina perfetta, dietro alla quale hanno lavorato più di 6mila persone.
È un centro di eccellenza mondiale, che riunisce al suo interno anche i migliori professionisti, permettendo una condivisione di idee e filosofie unica al mondo: «Nel periodo che ho trascorso li, circa 6 anni, sono stato a contatto con più di 40 professionisti solo nell’ambito della performance, ognuno di una nazione diversa, tra i migliori al mondo nel nostro settore. Ho potuto imparare da tutti, sono entrato come preparatore atletico e ne sono uscito come un manager della performance a tutto tondo». Questa commistione di culture e filosofie permette a chiunque lavori all’interno del centro di poter imparare qualcosa di nuovo ogni giorno.
Soldi x idee
«L’Aspire è l’esempio perfetto dei soldi a disposizione delle idee, a partire dalla progettazione e dalla funzionalità delle strutture: all’interno del Football Performance Center, struttura incredibile all’ideazione della quale vado fiero di aver contribuito, è presente qualsiasi comfort a disposizione degli atleti, non a caso molto dei migliori calciatori al mondo passano settimane della loro off-season li».
La ‘zona acqua’ è composta da varie piscine, coperte e non, treadmill subacquei, percorsi che alternano freddo e caldo, sauna e bagno turco. Gli spogliatoi sono funzionali e permettono agilmente di passare da un ambiente all’altro senza perdite di tempo: accessi diretti e privati ai campi, stanze di fisioterapie integrate. Arrivando ai campi da gioco, chiunque rimarrebbe a bocca aperta davanti alla cura maniacale dei terreni di gioco: 12 campi in erba naturale perfetti, più uno, regolare, coperto. I due hotel che sovrastano i campi sono strutture di lusso che possono ospitare migliaia di persone. Non viene lasciato nulla al caso e infatti sono presenti aree dedicate all’allenamento mentale dove, tramite esercizi di biofeedback, con impulsi attivi e reali, vengono testate le qualità dei giocatori. Vengono realizzati anche test basati sugli stimoli dati dalla partita e dalle situazioni di gioco: analisi dei calci piazzati e di che aree del cervello vengono stimolate da questi.
«Chiunque lavori in questi ambienti è ambizioso e condivide la visione dei fondatori. L’obiettivo è quello di diventare, entro il 2030, l’eccellenza mondiale a cui tutti faranno riferimento».
I progetti dell’Aspire Academy
Vivere questi luoghi significa avere accesso alle più recenti novità e innovazioni di ogni campo: dalla medicina, alla preparazione atletica fino ai metodi di allenamento. Aspire Academy negli anni è diventata un punto di riferimento anche per i maggiori club europei, grazie a progetti all’avanguardia.
«Uno dei progetti del quale sono più orgoglioso è l’aver contribuito all’ideazione dell’Aspire in the World Fellows. Lanciato nel 2014, il programma mira a riunire e guidare i migliori professionisti del calcio per un unico scopo: creare una piattaforma per raccogliere e condividere il know-how delle migliori competenze mondiali, per offrire spunti e raccomandazioni utili per la gestione della metodologia di allenamento dei giovani calciatori. È una community formata da figure provenienti dai migliori club, un summit annuale itinerante, in cui i direttori di performance di queste realtà condividono cosa fanno. Per esempio i tecnici del Manchester United possono mostrare agli altri come gestiscono il recupero dello sforzo post-partita, offrendo il proprio protocollo».
Utilizzando anche una piattaforma online, dedicata alla condivisione delle nuove intuizioni, i membri possono scambiarsi contenuti sulle proprie metodologie di formazione, applicazione delle tecnologie, di ricerca e altre fonti di informazione pertinenti. I progetti di questa community si basano sulla pietra angolare degli “Aspire Academy Global Summits” che riuniscono regolarmente rinomati esperti delle migliori 50 squadre di calcio, leghe e federazioni del mondo.
La gestione del talento
«Io definisco l’Aspire come l’università della performance. Quasi tutti i giocatori del Qatar del recente mondiale, si sono formati lì». I metodi di allenamento di Aspire sono fondati su un principio di base: in mancanza di un gran numero di talenti, per ovvi motivi di storia e popolazione ristretta, bisogna sopperire col duro lavoro. All’interno dell’accademia i giocatori si allenano 5 giorni, con 3 doppie sedute.
«La cosa più strana, inconcepibile per noi europei, è questa: i ragazzi svolgono tutta la settimana di allenamenti insieme all’accademia, dormendo e studiando li. Durante il fine settimana però, tornano ai rispettivi club per disputare le partite di campionato. C’è una centralizzazione del talento ‘bestiale’».
La filosofia del lavoro si riflette anche sulle valutazioni dei giocatori. Addirittura tutte le squadre del campionato qatariota svolgono i propri test fisici all’interno delle strutture di Aspire; i salari dei calciatori vengono influenzati dalle loro performance atletiche.
«Sanno di dover far qualcosa in più degli altri, per competere ad alti livelli. I ragazzi vivono li 24 ore al giorno. Ogni mese, per metterli alla prova con realtà competitive, vengono invitate tre squadre giovanili, dei migliori club al mondo (Barcellona, United, Real Madrid) e si sfidano in triangolari contro le formazioni di Aspire».
Mattia oltre all’esperienza in Aspire ha lavorato al Real Madrid, entrando nella squadra del Professor Valter Di Salvo, e a Coverciano, coordinando la performance delle squadre nazionali e seguendo sul campo gli azzurrini. Ora si appresta a iniziare una nuova avventura che lo vedrà indossare i colori nerazzurri, dell’Inter. Luoghi professionali, di grande profilo, non possono però fargli dimenticare la parentesi qatariota, che gli ha permesso di viaggiare, con la testa, ogni giorno tra migliaia di luoghi e idee differenti, e di vivere all’interno di uno dei centri sportivi migliori al mondo.