Da quando è tornato presidente del Barcellona, Laporta sta facendo di tutto per far quadrare i conti nel presente, anche a rischio di mettere a repentaglio il futuro del club. E gli ultimi due tagli stanno facendo discutere in Spagna. Il primo riguarda la chiusura di Barça Tv, 150 dipendenti lasciati a casa a fronte di un risparmio di 8 milioni a stagione.
Il secondo è ancora più curioso: niente più taxi per i giovani della Masia che vivono al di fuori di Barcellona, per loro dei transfer che partono da località prestabilite che devono raggiungere autonomamente. Tutto ciò è frutto di una strategia per ridurre i debiti:
-Ipoteca del 25% dei diritti tv per i prossimi 25 anni verso il fondo Sixth Street per 500 mln di euro.
-Vendita del 49% dei Barça Studios a Socios.com (24,5%) e Orpheus Media (24,5%) per 200 mln totali.
-Vendita del 49.9% di Barça Licensing e Merchandising – magliette e prodotti del club – a Fanatics, Inc. per 200 mln. (in via di definizione).
-Accordo con SPAC Mountain per la creazione e la vendita di Barça Media: casa di produzione centralizzata con un valore di 910 milioni di euro.
-Accordo con Spotify per sponsorship di maglia (fino al 2026) e naming dello stadio. 435 milioni di euro complessivi il prezzo dell’operazione.
Laporta sta utilizzando tutti questi meccanismi per aumentare gli introiti, ridurre il debito di 1,3 miliardi e rispettare il salary cup de LaLiga. Una strategia che limita i danni oggi ma riduce
le fonti di guadagno in futuro. E se i risultati sportivi non dovessero essere all’altezza, i guadagni diminuirebbero ancora pericolosamente.