Il primo giorno a Londra è stato sensazionale. Tottenham Hotspur Stadium, all’esterno un led gigantesco sulla facciata dell’impianto con la sua fotografia. Chi lo aveva visto giocare, sapeva di cosa fosse capace Guglielmo Vicario. Ora lo hanno imparato anche in Inghilterra, dove tra gli Spurs è già una certezza. La prima reazione davanti allo stadio è stata di autentico stupore, mentre era ancora in macchina.
Guglielmo Vicario ha parato il 93,3% dei tiri affrontati in Premier League, nessuno ha fatto meglio nelle prime 3 partite. E ha subito solo 1 gol su azione, e anche qui nessun portiere lo ha superato. Ha totalizzato 2 clean sheet: e sì, anche qui nessuno è riuscito a batterlo. Lo sguardo è rimasto lo stesso. Quando lo scorso dicembre glielo facemmo notare, di quel suo sguardo da animale da competizione, ci rispose che «quando inizia una partita, entro in una mia dimensione». Prima di partire per l’avventura con il Tottenham è tornato a casa, a Udine. Non è stato facile in questi anni, dato che il calendario era fitto e dalla Toscana erano almeno 4 ore di macchina. Si è allenato con un preparatore fidato, Matteo Cencig, e ha potuto trascorrere del tempo con Milan, il ragazzo ucraino che la sua famiglia ha accolto dopo lo scoppio della guerra. Quando è arrivato in Italia, comunicavano con Google Traduttore.
A Londra ha trovato Destiny Udogie, il suo «brother» italiano, messo istantaneamente al centro del progetto da Ange Postecoglou, che ha dato una forma al suo Tottenham valorizzando ad alto livello i due cresciuti nell’Udinese e Micky van de Ven, un trio che gasa e non poco i tifosi. La sua prestazione contro il Bournemouth è stata definita «dal punto di vista della costruzione, immacolata». Da Empoli alla tournée in Australia (poi in India e a Singapore), la Premier League lo ha subito proiettato in una dimensione diversa. Si è presentato al Media Day personale con un inglese per il quale si sono complimentati anche gli addetti della media house del Club. Ha dovuto spiegare un po’ la pronuncia di «Guglielmo», a sua volta.
Al primo incontro, Postecoglou gli ha detto che hanno una cosa in comune: sono partiti dal basso per arrivare al top. E «risalire dal basso non è così facile». Contro lo United ha sfoderato una prestazione da capogiro. Il livello che sta tenendo da due stagioni e poco più è davvero sensazionale, tanto che nel nuovo corso della Nazionale di Luciano Spalletti, la questione portiere è completamente riaperta. In base alla pericolosità dei tiri subiti, secondo l’indice di Soccerment soltanto Bernd Leno e Alisson hanno fatto meglio rispetto al totale dei tiri parati. Nella seconda giornata contro lo United, l’indice di pericolosità in rapporto alle sue parate è stato di altissimo livello. Vicario ha fatto un salto in avanti naturale, per uno con le sue qualità e la sua fame.