Koopmeiners, Reijnders, Beukema e Karlsson. I ‘figli’ del modello Az Alkmaar oggi sono tra i migliori interpreti del nostro campionato. Giocatori forti fisicamente, con buona tecnica e soprattutto dotati di grande intelligenza tattica. Queste qualità comuni non sono casuali, ma sono il frutto della filosofia e dei valori proposti dal club olandese.
La presentazione del modello Az Alkmaar
Settembre 2019, World Football Summit, Madrid. Un pubblico gremito attende l’inizio della presentazione: ‘How AZ Alkmaar became one of Europe’s best talent factories using data’. Prende la parola Marijn Beuker, capo dello sviluppo e dell’analisi della performance del club. In circa 40 minuti, il discorso tocca dei punti fondamentali e condivide alcune intuizioni molto interessanti sulla cultura, sulla visione e su come l’Az lavora con i giovani per coltivare il loro talento.
È stato lui ad aprire le porte a un certo modo di valutare e coltivare il talento, una strada che l’AZ ha continuato a seguire e che adesso è parte dell’identità e della visione del club; in base a questa teoria il talento si compone di tecnica, capacità fisiche, abilità cognitive, atteggiamento e personalità. Come si può notare si tratta di una fusione tra hard e soft skills. «Cosa ci distingue? Non compriamo il successo, lo creiamo. Crediamo nel fare la differenza attraverso visione, programmi, fatti, conoscenze e personale capace».
Anticipare la concorrenza
L’AZ ha bisogno di pensare in anticipo, per compensare il budget limitato. Nella sua presentazione, Marijn Beuker dice esplicitamente che il suo compito è ‘immaginare come sarà il calcio tra dieci anni’. Ma la pianificazione a lungo termine è un compito molto complesso, soprattutto nel calcio, dove le decisioni sono troppo spesso soggette a risultati a breve termine. I risultati delle partite e le classifiche sono dominati da eventi casuali come autogol, decisioni arbitrali sbagliate e infortuni. Richiede un’organizzazione perfettamente strutturata.
Tutto è partito dopo la deludente stagione 2013/14: l’Az finisce ottavo in Eredivisie, 31 punti dietro all’Ajax. Le cose devono cambiare. Il 17 maggio 2014, l’Az annuncia la nomina di Robert Eenhoorn come nuovo CEO. Una decisione abbastanza strana. Un ex giocatore professionista di baseball alla guida di una squadra di calcio. Pochi mesi dopo, però, si è rivelata la scelta giusta al momento giusto. Come prima mossa mette Max Huiberts alla guida dell’area sportiva, chiedendogli di ricostruire l’identità societaria dell’Az. Il tratto chiave della nuova dirigenza diventa quindi uno: produrre talento anziché comprarlo.
Il 17 marzo 2015, inoltre, il club annuncia che un’altra figura leggendaria, proveniente dal mondo del baseball, avrebbe fatto parte della società: Billy Beane diventa quindi consulente ufficiale. Anche grazie a lui la visione del club inizia a prendere forma, con i dati che diventano improvvisamente fondamentali. Per avere una panoramica completa di un giocatore, ad esempio, l’AZ inizia a combinare dati concreti con competenze trasversali, integrando i dati calcistici con test fisici, cognitivi e psicologici.
La trasformazione del club
Diventa così un club estremamente virtuoso, in grado di proporre un calcio molto attraente e che esalta le qualità dei propri giocatori, in equa misura provenienti dal proprio vivaio e acquistati, rigorosamente a basso costo, in giro per l’Olanda e da campionati non di primo piano.
Oggi l’Az si è insediato in pianta stabile nell’élite dell’Eredivisie, subito dietro al trio formato da Ajax, PSV e Feyenoord. Divario che è stato totalmente colmato dal settore giovanile, tra i migliori d’Europa e reduce dalla vittoria della Youth League, grazie a un lavoro di scouting efficace quanto unico.
Nella stagione (2019/20), i calciatori cresciuti nell’accademia del club hanno giocato il 46,9% dei minuti totali della prima squadra, una delle percentuali più alte in Europa.
Sostituire chi parte
Le cessioni avvenute tra il 2021 ed il 2022 hanno poi dato il via al consolidamento delle finanze dell’Az ed alla creazione dello step successivo del progetto: cedere giocatori a cifre importanti ma solo dopo aver consolidato in casa la creazione del sostituto, che sia promuovendo i giovani dall’ormai lanciatissimo settore giovanile o andando a pescare giocatori utili alla causa mediante l’utilizzo dei dati. Infatti, lo scouting dell’Az Alkmaar va a scandagliare in contesti dove viene promosso un certo tipo di calcio, in generale il più possibile coerente con le linee guida a livello tecnico della squadra. Prima di finalizzare le cessioni di Boadu, Stengs e Idrissi, oltre a quella di Koopmeiners, gli osservatori dell’Az sono andati in Giappone a riscattare, dal Nagoya Grampus, Yukinari Sugawara, terzino destro ormai punto fermo della squadra, e in Svezia ad acquisire Jesper Karlsson dall’Elfsborg, appena rivenduto al Bologna per 11 milioni, fino ad arrivare all’acquisto dal Milan di Milos Kerkez, l’ultima grande plusvalenza a livello cronologico da parte del club.
Le soluzioni per sostituire queste uscite sono già presenti in casa, visto che Mees de Wit è pronto ad occupare la fascia sinistra lasciata incustodita da Kerkez; il capitano della formazione Under 21 Wouter Goes è già pronto a prendere posto di Beukema. La qualità con e senza la palla di Sven Mijnans serviranno a compensare l’addio di Reijnders.