La dura ripartenza della Reggina, con 8 tesserati e pochi tifosi

by Emanuele Corazzi
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La Reggina 1914 non ha versato 756 mila euro entro il 20 Giugno per il pagamento degli stipendi dei calciatori ed è stata ufficialmente esclusa dalla Serie B. Formalmente non è fallita, ha presentato un piano di ristrutturazione del debito e si attende un’omologa per fine settembre, che è tutt’altro che scontata.

Per non fare scomparire il calcio a Reggio Calabria, di comune accordo con la FIGC, si è stabilita una quota di 400.000 euro per fare iscrivere il club alla Serie D, con la deroga del sovrannumero: nel girone I ci saranno 19 squadre e non 18.

Il sindaco di Reggio Calabria Paolo Brunetti ha istituito un bando e sono arrivate due proposte: la prima di un gruppo di imprenditori guidato da Stefano Bandecchi (sindaco di Terni ed ex presidente della Ternana), il secondo da una cordata guidata da Virgilio Minniti.

Il sindaco ha affidato il club a Minniti, nello scetticismo totale dei tifosi perché i criteri del bando non sono stati resi pubblici, l’impressione è che il patrimonio del gruppo Bandecchi fosse superiore e si è giustificato il tutto dicendo che il business plan a medio-lungo periodo fosse migliore.

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La nuova squadra si chiama ‘La Fenice Amaranto’ e ha chiesto la possibilità di rinominarsi ‘LFA Reggio Calabria’, per avere il nome della città, ma non è ancora arrivato l’ok. Finora ha riposato alla prima giornata e sono state rinviate le due successive. teoricamente domenica c’è la partita contro il San Luca.

Al momento la Fenice Amaranto ha 8 tesserati, punta ad inserire calciatori d’esperienza che conoscano la piazza come Barillà e Cosenza. Della campagna abbonamenti non si sa niente.

Ma moltissimi tifosi della squadra che fu di Possanzini, Pirlo, Kallon, Nakamura, Amoruso, Bianchi, Cozza non si riconoscono in questo progetto. Un altro Patrimonio Unesco del tifo è per ora andato disperso. Ed è un peccato.