Un gol ogni 36 minuti. È l’incredibile media di Mathys Tel, attaccante 18enne del Bayern Monaco che ha aggredito questa stagione con un cinismo allucinante. Ha messo insieme 4 gol e 1 assist in 7 partite di cui solo una, in Supercoppa, da titolare (per altro senza segnare). In Champions League ci ha messo 3 minuti per realizzare la sua prima rete nella competizione, entrando nel finale contro il Manchester United e segnando il momentaneo 4-2 (finirà 4-3 per i tedeschi). In Bundesliga ha giocato 79 minuti complessivi nelle prime quattro giornate e ha messo insieme 3 gol (e 1 assist). Se pensiamo che è un 2005, seppur il più pagato al mondo, ci rendiamo conto che sono cifre impressionanti. Adesso, però, viene il bello perché dovrà dimostrare una certa continuità e, soprattutto, di poter essere decisivo anche quando gli verranno affidate responsabilità maggiori, ad esempio partire dal primo minuto. Intanto si gode il suo record: la migliore media gol per minuti giocati nella storia della Bundesliga. Considerando anche la scorsa stagione, ha realizzato 8 gol in 476 minuti in campo, uno ogni 60′ meglio di Paco Alcacer (75′), Haaland (89′), Joel Pohjanpalo (90′) e Lewandowski (91′). «C’è qualcosa che non va in Mathys: segna ogni volta che va in campo» ha detto Tuchel, un po’ scherzando e un po’ no.
Chi è Mathys Tel
Se c’è così tanto hype attorno a Tel è perché la sua storia è una collezione di record. È nato nell’aprile del 2005 a Sarcelles, sempre nella regione dell’Ile-de-France, nella periferia parigina dove i talenti crescono come in Sudamerica ed è passato, come tutti i giovani migliori, dall’accademia di Clairefontaine. Al Rennes ha conosciuto il calcio dei grandi, diventando il più giovane debuttante di sempre (16 anni, 3 mesi e 19 giorni), un record soffiato a Camavinga, non uno qualunque. Ha fatto qualcosa di simile al Bayern, che lo ha acquistato la scorsa estate per 28 milioni di euro più bonus, diventando il marcatore più giovane della storia del club a 17 anni e 126 giorni, più precoce anche di Musiala.
Sempre nell’estate 2022 ha trascinato da capitano la Francia alla vittoria dell’Europeo U17. Certo, come fanno notare gli esperti di statistiche, è sempre difficile valutare un calciatore che gioca così poco ed entra spesso nella ripresa, quando gli avversari sono più stanchi. Inoltre, il Bayern ha vinto 4-0 e 7-0 in due delle gare in cui ha segnato. Ciò non toglie che sia uno dei talenti più attesi d’Europa e in Bundesliga avrà la possibilità di svilupparsi al meglio.
«È un giocatore molto giovane e di talento che può giocare in diverse posizioni. È molto veloce, forte con il corpo ed è bravo a difendere la palla spalle alla porta: ho il presentimento che possa segnare 40 gol in una stagione come Robert Lewandowski» diceva il suo ex tecnico Julian Nagelsmann, un’investitura niente male.
Lo stile di gioco, tra Henry e Mbappé
E pensare che quando, a 15 anni, ha firmato per il Rennes aveva da poco lasciato il ruolo di difensore. Quando si è fatto conoscere come attaccante esterno, o centrale, la sua velocità e la sua duttilità, unite al fatto che fosse francese, non potevano che far scattare i paragoni con Kylian Mbappé. Anche perché entrambi si erano già affermati prima dei 17 anni. «All’inizio è stato strano passare a giocare davanti, mi piaceva fare il difensore. Ma oggi sono molto felice come attaccante», ha raccontato. L’idolo d’infanzia emerso più volte nelle interviste, a sorpresa, è Thierry Henry, che si è ritirato quando Tel aveva 9 anni: «Crescendo ho letto e visto molto su di lui. Ha avuto una carriera fantastica ed è uno dei giocatori più importanti nella storia del calcio: forte tecnicamente, fisicamente, mentalmente… aveva tutto ciò che rende grande un calciatore. Sarebbe bello vincere quanto lui». Il tempo è dalla sua parte.