Raimondo: «Da Arnautovic a Lucarelli, cresco con i ‘trucchi’ del mestiere»

by Lorenzo Lombardi
Antonio Raimondo

Immaginate di essere l’ultimo a scoprire che, entro poche ore, debutterai in Serie A. Questo è ciò che è successo ad Antonio Raimondo, attaccante classe 2004 in prestito alla Ternana dal Bologna, dove è cresciuto fino al debutto in Serie A. «Un’emozione indescrivibile. Inaspettatamente, in conferenza stampa, Mihajlović annunciò che avrei giocato titolare. Subito dopo mi arrivarono una marea di messaggi, da tutti i miei amici. Ho scoperto così che avrei esordito in Serie A».

Raimondo e il legame con Siniša

Raimondo cresce nel settore giovanile del Bologna, e di fatto ne fa ancora parte quando inizia ad ‘assaggiare’ il mondo della prima squadra. «Ero ancora in under 17, avevo fatto solo 4/5 allenamenti con i grandi. Nonostante il poco tempo passato con loro, mi fece giocare qualche minuto contro l’Hellas Verona. Non lo dimenticherò mai».

L’esordio, anche se solo per un minuto, è datato 2021 e, per un 2004, questo è un chiaro segno di precocità. Il talento di Raimondo non è mai stato messo in discussione, al contrario. Anche Siniša Mihajlović, uno che di calcio ne capiva, ne ha riconosciuto le qualità e ha provato a lanciarlo nel calcio che conta. «Siniša era una persona speciale; non parlava molto ma si capiva quanto ci teneva a te». Con il passare del tempo, e con l’esperienza accumulata, la fiducia di Raimondo nei propri mezzi cresce. In Primavera segna 12 gol in 31 partite e nel frattempo continua ad allenarsi, mostrando tutte le sue qualità, con la prima squadra.

«Siniša stava ancora male, ma era comunque tornato al campo per dirigere gli allenamenti. Si cambiava di fianco allo spogliatoio della Primavera, accanto all’infermeria. Un giorno, passando di lì per fare qualche trattamento, vidi una persona incappucciata che mi veniva incontro. Era lui, e quando ci incrociammo mi disse di tenermi pronto, perché di lì a breve avrei avuto la mia chance». Da uomo di parola qual era, dopo 2 settimane ecco l’occasione: Raimondo parte titolare, nella trasferta contro il Genoa. «Nonostante le sue parole, non me l’aspettavo. Marassi è uno stadio bellissimo ed esordire lì è stata un’emozione unica. Ho giocato 75 minuti e per fortuna abbiamo anche vinto».

Gli insegnamenti di Motta e il compagno più forte

Da un maestro all’altro, Raimondo a Bologna ha avuto la fortuna di poter condividere lo spogliatoio con dei campioni, dallo staff ai compagni. Dopo Siniša ha lavorato con Motta, uno degli allenatori più giovani e interessanti del nostro campionato: «Thiago è un grande allenatore. È un martello, vuole sempre la massima attenzione e il massimo impegno. Lui ha grande rispetto per tutti, non importa se sei un veterano o un ragazzino alle prime armi, cerca sempre di aiutarti a migliorare. Mi ha fatto giocare anche da esterno, nonostante io sia una punta, facendomi capire che è importante anche sapersi adattare alle esigenze della squadra, senza essere fissati con un solo ruolo».

Oltre ai consigli del mister, Raimondo ha potuto ‘rubare’ qualcosa dai propri compagni, grazie all’esperienza in campo. Soprattutto per quanto riguarda il reparto offensivo, Bologna è sempre stata un’ottima scuola: «Arnautović è quello che mi ha impressionato di più. Quanto lo vedi così da vicino ti rendi conto davvero di quanto sia forte. Un’esplosività e una qualità fuori dal comune, con la palla sapeva fare cose assurde».

L’esperienza in prestito

Sicuramente, per un ragazzo così giovane, non dev’essere stato facile lasciare quella che è stata la propria seconda casa per tanti anni. «Il giorno che sono partito per Terni, dopo aver preso le mie cose dal centro sportivo del Bologna, mi sono fermato qualche minuto in macchina per guardare i campi e far affiorare qualche ricordo. Non è stato facile partire ma sono entusiasta di mettermi alla prova».

Ora è arrivato il momento di mettere in pratica tutto ciò che ha imparato, di farlo nel calcio vero. In estate è passato, in prestito, alla Ternana, dove si è già reso protagonista con 2 reti segnate e altrettante annullate in 6 partite. «Sono molto contento di poter fare questa esperienza. Non è facile adattarsi a un campionato come la Serie B. I difensori sono molto esperti e hanno grande fisicità ma a parte questo sta andando bene. Ho già avuto diverse occasioni e, con un po’ più di fortuna avrei potuto segnare almeno 2/3 gol in più». Ancora una volta Raimondo ha trovato sulla sua strada un ottimo allenatore, giovane e preparato, come Lucarelli: «Mi trovo benissimo con tutto lo staff. Il mister è molto bravo, mi aiuta tanto e sta cercando di insegnarmi qualche ‘trucco’ del mestiere».

Raimondo è un ragazzo con la testa sulle spalle, che non si lascia influenzare da ciò che accade intorno a lui. Non lo ha fatto quando ha esordito in Serie A, figuriamoci ora: «Voglio pensare partita per partita, godendomi il percorso. Voglio dare il massimo, farmi valere e meritarmi la maglia del Bologna».