L’attitudine di Míchel al perfezionamento e la coerenza con cui crede nel progetto Girona, ve la spieghiamo con un aneddoto: conferenza stampa in città, Catalunya pura con un forte sentimento anti-Madrid, dove lui è nato. Si siede e chiede ai giornalisti presenti di parlare in catalano, per rispetto del luogo e per inserirsi più rapidamente nella collettività.
Attualmente primo ne LaLiga con 6 vittorie e un pareggio, allena da 6 anni come se fosse su un ascensore: esordio e promozione ne LaLiga con il Rayo, parte male ed esonero; riparte da Huesca con promozione ne LaLiga, parte male ed esonero; riparte ancora da Girona, promozione ne LaLiga e finalmente la conferma. A inizio stagione ha detto ai giocatori: «Ragazzi, deve essere il nostro anno, tra qualche mese tutti dovranno dire ‘Aaah ma come gioca il Girona’». Il club pubblica alcuni dei suoi discorsi durante i cooling break o nelle sedute tattiche. In una ha fatto uno schema alla lavagna, poi ha spiegato ai suoi che non possono sapere dove li porterà la carriera, ma che «dovete talmente essere convinti di quello che stiamo facendo, che quando il Girona perde dovrete stare male, perché possiamo battercela con tutti».
Successivamente ha acceso il proiettore e ha detto: «Tutti pensano che facendo parte del City Group, abbiamo i soldi. Ma i soldi e il bel calcio non sono una diretta conseguenza. Il Girona ha una storia, ha delle radici: dalla terza divisione è arrivato fin qui, la storia non la può comprare nessuno, così come la tradizione. Fate vedere cos’è il Girona!». Xavi ha detto che non è sorpreso del Girona: «Affatto, li seguo da tempo». In estate, al posto di Busquets ha riportato a Barcellona il centrocampista Oriol Romeu, ex faro del Girona di Míchel: «Senza di lui, non sarei mai potuto tornare in blaugrana». Gli hanno venduto Romeu, appunto, ma anche Castellanos e altre due pedine fondamentali come Santi Bueno e Riquelme: no hay problemas.
Durante una partita, in svantaggio per 1-0 con un’ora di gioco a disposizione, ha chiesto ai suoi di tenere il pallone tra i piedi come se fossero per strada, che sarebbe servita personalità per giocare con almeno due tocchi. In un’altra partita ha richiamato un suo giocatore durante il cooling break: «Non voglio più vedere passaggi del caz*o. Se la mettiamo alta, dev’essere per Stuani. Altrimenti facciamo come sappiamo». Il Girona è primo ne LaLiga per occasioni pericolose create con e senza rigori (xG e non-penalty xG): in questo, l’attaccante Stuani (37enne, ex Reggina) è secondo in tutto il campionato dietro a Lewandowski. Insieme a lui, l’altro centravanti Dovbyk (arrivato per sostituire Castellanos). La rivelazione Sávio, esterno classe ’04, è il calciatore che crea azioni più pericolose ne LaLiga.
«Impostiamo il contatore sullo zero e andiamo a far parlare di noi», il concetto da cui è partito Míchel. Vi avevamo raccontato il Girona qualche settimana fa: gioca con due centrali come Blind e David López, ex centrocampisti adattati. Adesso sta rilanciando anche Eric García, arrivato in prestito dal Barcellona e autore del gol contro il Villarreal che ha regalato il primo posto solitario. Brighton, Nizza, Girona: tre laboratori calcistici da tenere d’occhio. Di Míchel sorprendono le fasi di impostazione con il terzo uomo e la funzionalità di ogni calciatore all’interno di un meccanismo che cambia gli interpreti, ma continua a crescere. Quando Míchel ti guarda negli occhi, parlandoti del Girona, non puoi far altro che rimanerne convinto.