Cristian Shpendi sulle orme del gemello Stiven: «Da piccoli ci confondevano spesso!»

by Lorenzo Lombardi

Molti di voi avranno sentito parlare di Stiven Shpendi, titolare alla prima stagione in Serie A, con la maglia dell’Empoli. Ma nel cuore della Romagna, proprio nella squadra in cui è esploso il talento di Stiven, gioca il suo gemello Cristian. Finalmente, dopo un’annata passata all’ombra del fratello, si è preso il Cesena ed è partito fortissimo: 5 gol e 2 assist in 6 partite di Serie C (girone B): «Sono felicissimo per mio fratello ma allo stesso tempo sono concentrato sul mio percorso. Voglio dare il massimo a ogni partita per portare in alto il Cesena».

Piede sull’acceleratore per Shpendi

Chi li ha visti giocare entrambi è sicuramente rimasto stupito: un’energia e una cattiveria agonistica fuori dal comune, per due ragazzi della loro età (2003). Caratteristiche inconfondibili, iconiche dalle parti di Cesena. I due sono identici, sia esteticamente che per modo di stare in campo. La stagione 22/23 è valsa il salto in Serie A per Stiven Shpendi, autore di 12 gol e 3 assist in 29 partite, mentre il fratello ha chiuso con 5 partite giocate e 1 gol: «L’anno scorso non è andato come volevo. Dopo la prima da titolare, tra infortuni e scarso minutaggio, non sono riuscito a esprimermi al meglio. Lo ha fatto però Stiven, e sono fiero di lui» ammette.

Confrontando i dati, relativi a questo periodo della stagione, di Stiven l’anno scorso, e di Cristian quest’anno, si nota però una cosa: il minutaggio è molto simile (318 minuti). Quello che cambia è il ‘fatturato’. Perché dopo 6 partite Cristian ha già segnato il doppio dei gol dell’attuale punta dell’Empoli. Comune denominatore di queste reti è la capacità dell’italo-albanese di poter segnare in tutti i modi: fin qui ha segnato di destro, di sinistro e di testa.

Con Simone Corazza, esperto bomber di categoria, C. Shpendi attualmente forma la miglior coppia offensiva del girone, con 10 reti segnate, e il Cesena ha il miglior attacco.

Il calcio, una cosa di famiglia

I gemelli Shpendi sono un caso unico e raro, di due fratelli che si stanno facendo un nome nel calcio che conta, e lo stanno facendo insieme: «Io e Stiven abbiamo un rapporto speciale. Siamo sempre stati insieme fin da piccoli e abbiamo sempre condiviso tutto».

I due nascono ad Ancona il 19 maggio del 2003 da una famiglia di origine albanese emigrata in Italia negli anni Novanta. Il loro non è un rapporto come gli altri. La prima esperienza calcistica arriva presto, all’età di 6 anni, al Real Metauro, società dilettantistica con sede a Pesaro. Insieme. In età adolescenziale, i ragazzi entrano nella San Marino Academy. Qui arriva l’intuizione degli scout del Cesena, che portano i gemelli Shpendi nel vivaio bianconero. Con quei colori fanno tutta la trafila, dagli U-17 alla prima squadra, vincendo anche uno scudetto con la Primavera. Quell’anno, entrambi, sono incontenibili: Stiven segna 23 gol, Cristian 15.

Prestazioni che non possono passare inosservate, agli occhi di Mimmo Toscano, allenatore della prima squadra. Da quel momento parte una rapida scalata che porta prima Stiven, poi ora Cristian, alla ribalta: «Sono molto legato a questo club, ha dato a me e a mio fratello la possibilità di giocare nel calcio che conta. E poi c’è la curva ‘mare’. Che spettacolo che è. Sempre piena, non smette mai di cantare. È il nostro dodicesimo uomo in campo».

La somiglianza

La strada è ancora molto lunga per entrambi. Stiven è chiamato a farsi valere, per contribuire alla salvezza dell’Empoli. Cristian vuole e deve continuare così per tornare insieme al fratello. Uno è la fonte di ispirazione dell’altro, la vera essenza dello sport: «Guardo tutte le partite di Stiven e, quando riusciamo, ci confrontiamo sulle situazioni di campo. Lui è molto bravo nel dribbling, io forse mi muovo meglio in area di rigore. Non c’è mai stata invidia tra noi, auguro sempre e solo il meglio a mio fratello».

I due inoltre sono ‘troppo’ simili. Allenatori, genitori e addirittura i compagni li confondono l’uno con l’altro, fin da piccoli. «Capitava spesso, soprattutto nei tornei estivi da piccoli, che entrambi fossimo in ‘lotta’ per il titolo di capocannoniere. Purtroppo però è successo che ci scambiassero e assegnassero in maniera sbagliata i gol, favorendo uno piuttosto che l’altro».

Oggi Cristian è uno dei giovani più promettenti del panorama calcistico della Romagna. In pochi mesi il suo cognome, anche grazie al lavoro di Stiven, è sulle pagine di tutti i quotidiani locali. Il pubblico urla il suo nome ad ogni azione. Come ha fatto nel recente derby con il Rimini, dove ha messo il suo ‘timbro’ davanti a 15mila persone.

Cristian ha recentemente rinnovato, con il Cesena, fino al 2026, ma se continua così, presto lo vedremo giocare in altri palcoscenici.