L’Aston Villa è la squadra più pazza della Premier. Grandi acquisti, una rosa competitiva e un allenatore esperto. Nonostante le promesse iniziali, la stagione 23/24 è iniziata in modo terribile, con una sconfitta per 5-1 in casa del Newcastle. Poi però fa 15 gol nelle successive 4 partite, demolendo gli avversari. Alti e bassi continui. Gli uomini di Emery sono in grado di regalare spettacolo e allo stesso tempo perdere clamorosamente: la recente vittoria per 6-1 sul Brighton di De Zerbi, una delle migliori squadre (per gioco e qualità) della Premier, non può passare inosservata. Con questa fanno dieci vittorie consecutive in casa.
Il momento di forma
L’Aston Villa è quinto in classifica, a meno 3 dal primo posto. Chiaramente le ambizioni del club, rispetto alle big (Arsenal, City, Tottenham e Liverpool) sono diverse, ma nulla vieta ai tifosi dei ‘Villans’ di sognare. Anche perché le ragioni per farlo ci son tutte: a disposizione di Emery c’era già una rosa forte, ‘arricchita’ ulteriormente dagli onerosi acquisti estivi. In Inghilterra ha ritrovato il suo braccio destro, l’artefice dei suoi acquisti: con l’arrivo di Monchi i due hanno ricomposto la coppia che ha fatto le fortune del Siviglia. Solo in questa finestra di mercato, infatti, sono arrivati Pau Torres (30 milioni), Diaby (55 milioni), Zaniolo, Tielemans e Lenglet. Se a questi aggiungiamo i giocatori che erano già presenti in rosa, il risultato è una squadra che deve essere ambiziosa.
L’Aston Villa è reduce da 3 vittorie consecutive in Premier League e due di queste sono prestigiose: 0-1 a Stamford Bridge e 6-1 in casa. Rispettivamente contro Chelsea e Brighton. Due prove di forza, entrambe decise dal ‘solito’ Ollie Watkins. L’attaccante inglese, classe 1995, è definitivamente esploso e ora è uno dei numeri 9 più temuti dalle difese avversarie. Veloce, forte fisicamente e freddo sottoporta, in questa stagione ha già segnato 4 gol e 3 assist. Ha dimostrato di avere un’intesa perfetta con i compagni di reparto e Emery sta sfruttando al meglio le sue ‘armi’.
Lo stratega venuto dalla Spagna
La partita, tatticamente perfetta, contro il Brighton ci ha fatto pensare alle sue precedenti gestioni, in cui spesso aveva dimostrato il suo vero valore. Dopo l’esperienza sulla panchina del PSG, conclusa con l’incredibile eliminazione dalla Champions per mano del Barcellona (remuntada per 6-1), Emery ha faticato a trovare altri incarichi in top club. Anche nel periodo all’Arsenal la sua squadra è sempre stata caratterizzata da un andamento altalenante. Estremamente altalenante. 11 vittorie consecutive, una finale di Europa League raggiunta e un successivo rapido, inspiegabile, declino.
Tutto questo è un tratto comune, spesso, delle sue esperienze. Forse perché, come dice lui stesso «la vera felicità sta nel processo di crescita, non nel risultato». In realtà più ristrette e focalizzate sul processo, piuttosto che sul risultato immediato, ha sempre lasciato il segno. Il suo Siviglia ha fatto la storia dell’Europa League, vincendola ben 4 volte e il Villarreal stava dicendo la sua in campionato come in Europa.
Poi è arrivato l’Aston Villa. Il club inglese, all’epoca guidato da Steven Gerrard, era in balia degli avversari e sembrava essere entrato in un tunnel di sconfitte senza via d’uscita. La società ha deciso di puntare tutto sul tecnico spagnolo, pagando la clausola rescissoria (circa 5 milioni di euro), per portarlo immediatamente a Birmingham. Hanno avuto ragione: prima ha raggiunto un settimo posto, impensabile a inizio anno, poi ha trasformato il Villa in una squadra forte e consapevole. Da quando ha accettato l’incarico ha una media di 2 punti fatti per partita, avendone fatti 61 in 31 partite. Nel 2023 solo il Manchester City ha fatto meglio.