Sabato scorso Mory Diaw, il portiere del Clermont, contro il PSG aveva una motivazione in più e infatti si è visto: porta inviolata e 9 in pagella secondo L’Équipe, che con i voti è da sempre famosa per la sua severità. Per SofaScore, invece, è addirittura 10. Diaw ha fatto il fenomeno e ha fermato Mbappé e tutta la banda Luis Enrique, togliendosi un vecchio sassolino dalle scarpe contro il club della capitale.
La storia di Mory Diaw
Mory Diaw è nato il 22 giugno 1993 a Poissy, un paesino alle porte di Parigi. Dal 2007 entra nel settore giovanile del PSG. Fa il settore giovanile, si affaccia in prima squadra ma poi il suo sogno svanisce prima ancora di esordire in un match ufficiale. In quegli anni davanti a lui ci sono Sirigu, Douchez e Mike Maignan, ma le gerarchie non c’entrano assolutamente nulla. La colpa è di qualche tweet.
Se andate su Twitter c’è ancora un account dedicato esclusivamente ai suoi tweet da adolescente. Si chiama ‘Best of Mory Diaw’ e ci sono gli screen dei suoi vecchi post. Non risparmiava nessuno: ‘Lui è veramente scarso’, ‘Ma che capelli ha quel giocatore’, roba di questo tipo. Diaw si è sempre dissociato da quei contenuti, dicendo che quel profilo era in co-gestione con altri amici, e che lo fece suo solo anni dopo, quando avevano smesso di usarlo. Ora, a qualcuno di voi sarà venuto da ridere, ma la sua carriera ha rischiato di finire questi tweet. E in uno di questi c’entrava anche Ibra.
«Ecco il numero di Ibra»
In quegli anni, Diaw condivide lo spogliatoio con Ibrahimović e oltre ad aver raccontato che lo svedese trattava i ragazzini come bambini («dava la mano a tutti, ma a noi giovani ci diceva ‘Ciao’ e basta. Ci intimidiva», raccontò a RMC), in uno dei suoi purtroppo famosi tweet pubblica il suo numero di telefono francese. Tutti questi tweet sono datati tra il 2012 e il 2013, quando Twitter ancora non ha la risonanza che avrebbe ottenuto di lì a poco. Quando la ottiene, i tweet di Diaw tornano in tendenza e la sua reputazione si macchia.
— Best Of Mory Diaw (@BestOfMoryDiaw) May 20, 2015
L’inizio del calvario: Portogallo, Bulgaria e… disoccupazione
Il PSG all’inizio lo protegge, giustificando quei tweet con atti di pirateria di cui Mory e altri suoi compagni furono vittima. Di fatto però da lì cambia tutto: il PSG non gli rinnova il contratto e Diaw si ritrova senza squadra. Siamo nel 2015, l’anno in cui inizia il calvario. Diaw riparte dalla seconda divisione portoghese senza troppi successi. Nel 2017 inizia una nuova avventura in Bulgaria, alla Lokomotiv Plovdiv, da cui si svincola a dicembre. Per un anno e mezzo resta senza squadra.
Poi Diaw riparte: prima dalla quarta divisione svizzera (allo United Zürich) e poi in prima, con il Losanna. Nell’estate 2022 torna in Francia, al Clermont. Finalmente la Ligue 1: 37 partite su 38 nella scorsa stagione. È titolare anche quest’anno, con grandi risultati. Sabato ha fermato il PSG con una partita da 9 in pagella. Su twitter non ha più un account. Su Instagram sì. Se lo cercate, il post fissato in alto nel suo profilo racchiude tutto.
Diaw: «Dopo anni in cui ho passato di tutto, oggi avvero un sogno»
La foto è del 20 giugno, giorno dell’esordio con il Senegal, la Nazionale del suo Paese d’origine. «Dopo anni in cui ho passato di tutto, a fare provini in ogni angolo del mondo, ad allenarmi da solo o a giocare nei dilettanti, oggi avvero un sogno». Diaw ha pagato caro il prezzo di quei tweet, ha toccato il fondo, non si è mai arreso e si è ripreso tutto dopo otto anni. Per una volta, passateci la retorica.
https://www.instagram.com/p/CtwV6_SoAgD/