Uno psicologo ha salvato Brais Méndez

by Lorenzo Lombardi
Brais Mendez

Solo due anni fa Brais Méndez veniva fischiato e criticato dai propri tifosi, gli stessi che lo avevano visto crescere nella cantera del club. Ha superato momenti difficili, è rinato mentalmente, e ora è uno dei giocatori più decisivi di questa Champions League.

Il talento grezzo di Méndez

Brais Méndez nasce a Mos, una cittadina di 15 mila abitanti a pochi chilometri da Vigo. Inevitabilmente, cresce nella cantera del Celta e corona il suo sogno, debuttando ne LaLiga. Croce e delizia, è chiaro da subito che il suo talento è prezioso ma delicato da proteggere. Sembra destinato a diventare il nuovo gioiello del Celta, ma non tutto andrà secondo i piani.

Perché poi il Mèndez umano mostra le sue debolezze. Viene criticato dai propri tifosi, nello stadio che lui ha sempre considerato casa, e tutto questo lo influenza negativamente. «Quando sei un ragazzino di 20 anni e i tifosi ti fischiano e ti criticano, non capisci più niente. Torni a casa e sei semplicemente distrutto. Non sapevo come gestire quella situazione». Entra in un tunnel negativo che lo porta a riflettere sull’importanza della salute mentale e sull’utilità dei social network, comprendendone la potenziale dannosità. «Quando tutto va bene, sono meravigliosi, ma quando le cose vanno male, possono essere realmente pericolosi. Si può fare del male anche inconsciamente».

Nel suo caso, si sentì colpito dalle cose che leggeva sul suo conto, come le critiche feroci di alcuni tifosi. «Per un anno e mezzo ho fatto fatica. Non ero più in grado di divertirmi». E così fa il suo primo passo verso la ‘rinascita mentale’. Elimina temporaneamente i suoi account social e inizia a lavorare su sé stesso.

Dallo psicologo alla Champions

Grazie a un consiglio di un compagno compie un altro step importante: abbandona i pregiudizi e inizia a confrontarsi con uno psicologo. «Il primo giorno abbiamo parlato un po’ e abbiamo iniziato a fare una seduta specifica ogni settimana». Torna così a vedere le cose da un punto di vista diverso e ritrova entusiasmo. «La salute mentale è la cosa più importante. Dobbiamo normalizzare gli psicologi, che sono persone che sono lì per aiutare. È un argomento tabù, che non è visto bene, e invece sono fondamentali».

Ritorna la felicità di giocare a calcio e di conseguenza i risultati si vedono in campo, perché il talento non gli è mai mancato. Dopo 13 gol in due stagioni decide di lasciare il club che gli aveva dato tutto, in positivo e in negativo, trasferendosi alla Real Sociedad. Incentivato dalle competizioni europee e dallo stile di gioco della squadra di Alguacil, si adatta subito e diventa un giocatore chiave. In due stagioni ha già collezionato 57 presenze, 13 gol e 14 assist.

«Chiesi a Imanol dei video per conoscere meglio i movimenti e i meccanismi della squadra. Mi disse che mi conosceva perfettamente, che non voleva che cambiassi nulla di ciò che facevo a Vigo».

Con la maglia del Celta è diventato il primo giocatore della storia del club a segnare all’esordio in Europa League, a Old Trafford, e in Champions League. Proprio nella massima competizione europea sta avendo una continuità impressionante e tutti e tre i gol segnati dal club basco sono passati dai suoi piedi (2 gol e 1 assist). Tutti i problemi avuti in passato lo hanno solo reso più forte e ora Brais Méndez è pronto a prendersi la scena.