La Torres è l’unica squadra professionistica d’Italia a punteggio pieno in questa stagione: 7 su 7 in campionato, nel girone B di Serie C. In Europa, solo il PSV ha fatto altrettanto. A Sassari stanno sognando: siamo stati nei bar della città e ci hanno raccontato come davanti ai caffè si è tornato a parlare della Torres. Una passione ritrovata, per una squadra che porta sempre più tifosi con sé.
La città di Sassari ha vissuto un rapporto odio et amo con la Torres. A fine anni Ottanta il periodo d’oro con Zola,
che poi si trasferì al Napoli di Maradona. Negli anni 2000 la Serie B sfiorata e il fallimento. Oggi invece in testa al campionato di C, con un record che nessuno potrà toglierle. Ma come è rinata la passione verso questa squadra?
Nel 2021 il club viene prelevato dal gruppo Abinsula: una società sarda che si occupa di automotive, ovvero software per grandi case automobilistiche. Abinsula significa “dall’isola”. Il mantra è che in Sardegna si fanno prodotti di qualità, che possono essere esportati e apprezzati anche al di fuori. Da qui nasce la nuova filosofia della Torres: una squadra storica, attaccata alla città e alle sue tradizioni, con l’obbiettivo di imporsi anche fuori dal contesto isolano.
Dopo un primo anno difficile in Lega Pro, dovuto a un ripescaggio tardivo e a una squadra non adatta alla categoria, la nuova proprietà sarda investe in acquisti mirati, che rispecchiano la filosofia del club. Si lavora anche sullo stadio, dove viene rimodernizzata la struttura e rifatto il prato. Il tutto con l’aiuto degli sponsor minori, che prestano i loro servizi per migliorare il contesto attorno allo stadio. La comunità che si unisce e lavora per un unico obiettivo.
Il fallimento e le precedenti difficoltà societarie avevano allontanato i tifosi dal club. I figli di coloro che seguivano la squadra si sono avvicinati a squadre non della Sardegna. Oggi invece, per la prima volta dopo anni, la Torres è tornata al centro della città, e i più giovani si stanno riappassionando alla squadra e alla sua storia.
In un ambiente esigente e caldo è stato scelto come presidente Stefano Udassi, bandiera dei rossoblù. Anche lo staff è composto da alcuni ex giocatori del club. Il gruppo squadra mantiene una grande territorialità. Il capitano Scotto, anche lui sassarese, sta guidando la squadra al primo posto nel girone B di Serie C.
Ma abbiamo ancora una storia da raccontarvi… Pensate alla partita più assurda che abbiate mai visto. Ecco, ora scordatevela. Nel marzo del 1988 la Torres di Zola raggiunge l’isola dell’Asinara, che all’epoca era un carcere di massima sicurezza. Un luogo incantevole ma recluso, dove i giudici Falcone e Borsellino si rifugiarono nel periodo precedente al Maxiprocesso contro la Mafia.
La squadra di casa era composta dai detenuti, che durante l’anno partecipavano al torneo di calcio tra le varie diramazioni carcerarie. La partita si giocò nei campi sterrati dell’isola, sotto gli occhi e il tifo dei secondini. Il risultato finale fu di 4-1 per la Torres, con i giocatori che si fermarono a cenare insieme ai carcerati dopo il fischio finale.