«Dai gol in Eccellenza con mio padre fino a quelli (stupendi) in Serie BKT», Sibilli brilla a Bari

by Giacomo Brunetti

A Bari hanno già imparato: Giuseppe Sibilli segna solo gol bellissimi. Stupendi, difficili. Non è un caso, infatti, se Lega B e BKT lo hanno premiato come giocatore del mese di novembre della serie cadetta italiana. «Non ci credevo – racconta in esclusiva a Cronache – ma appena ho visto cosa avevano fatto gli altri candidati, ho iniziato a sperarci», dato che nelle ultime 7 partite sono arrivati 4 gol e un assist.

«Da quando gioco in Serie BKT, non era mai successo, ero molto contento», spiega emozionato il classe ’96, facendo riferimento alle ultime 4 stagioni. Nel 2020 ha firmato con il Pisa, che lo aveva scovato nell’Albinoleffe. Ma la sua carriera è stata un continuo step by step, iniziato in Eccellenza. Pensate: esordio a 17 anni nel Sant’Agnello, in squadra con il padre Salvatore, bomber delle serie inferiori campane con oltre 400 gare in carriera. Hanno giocato una stagione insieme, abbracciandosi anche dopo i gol: «Mi porto dentro tanti ricordi, non capita tutti i giorni una cosa del genere! Insomma… capite! È stato un anno formativo, bello ma pesante coi giovani. Oggi sarebbe difficile, perché c’è una differenza generazionale che si sente negli spogliatoi».

Il padre Sasà non gli faceva passare niente: «Mi bastonava sempre e giocavo quasi con l’ansia. A volte mi ha lasciato a piedi per andare all’allenamento! Fissavamo alle 13.30 quando uscivo da scuola per andare al campo, a volte per 5 minuti di ritardo mi ha mollato lì, partendo prima che arrivassi. Fissato con la puntualità», ci racconta sorridendo Giuseppe, per tutti Beppe.

La sua storia è partita da Napoli. In strada, ha imparato a segnare i gol più belli: «Mi sono sempre chiesto, durante la mia carriera, perché non riuscissi a segnare quelli facili, da dentro l’area, quelli che contano. Che sono 2-3 ma che a fine anno fanno la differenza». Merito e colpa anche della strada: «Li segno anche in allenamento, me li porto dietro da quando sono piccolo, giocando con gli amici. Facevamo due squadre, e dato che ero il più forte, i più scarsi venivano con me. Quindi ero abituato a giocare… da solo! A saltarne uno, due… tre, e andare al tiro. Me lo porto ancora dietro».

Una situazione culturale che è difficile ricreare al giorno d’oggi: «Sono tornato negli ultimi giorni nella parrocchia dove sono cresciuto. Ai miei tempi c’era il campo in terra con due pali, ora ci sono anche le porte con le reti. Ma non esistono più i giocatori di strada, non vedo più i ragazzi come prima. Quando ero piccolo, era pieno di bambini. Ora è raro».

A Bari ha trovato una piazza caldissima, che non gli ha provocato il minimo dubbio quando è stato il momento di accettare la destinazione. Il premio di MVP del mese di novembre è la ciliegina sulla torta di un calciatore che fa animare le piazze: «Quando ho calciato in porta contro l’Ascoli, avevo davanti due giocatori. Ho capito dal boato che era entrata. Mi tremavano le gambe». Anche il rapporto con la città è viscerale, per un ragazzo empatico come lui: «Nel mio palazzo abita un signore tifosissimo, ha 70 anni. Sono andato al bar con lui per berci un caffè insieme, mi ha raccontato tantissimi aneddoti ed è stato bellissimo. Sua moglie cucina sempre le orecchiette e un giorno, di ritorno dagli allenamenti, mi hanno chiamato: c’era una tavola imbandita pronta ad aspettarmi. Orecchiette, braciole… clamoroso».

Giuseppe Sibilli sorride sempre. Dall’Eccellenza alla Serie BKT, con il sogno di fare l’ultimo step. A suon di reti sensazionali.