Clemson University. Per chi conosce il mondo dei college americani un simbolo di eccellenza e prestigio, soprattutto nello sport. Tanner Tessmann, centrocampista che si sta prendendo la scena in Serie B, all’età di 16 anni, è stato a un passo da firmare per la loro squadra di football americano, come kicker. «Conoscevo il coach e ho svolto diversi allenamenti con la squadra dell’università. Pochi giorni prima della mia partenza per il campus è arrivata la chiamata dall’MLS, e non ho esitato un secondo, perché volevo essere un calciatore». Chissà come sarebbe cambiata la sua vita senza questa ‘sliding door’. Oggi Tanner è uno dei migliori centrocampisti del campionato e insieme a Gianluca Busio è un punto fermo del Venezia ‘americano’.
Il sogno di Tessmann
È arrivato in Italia, a Venezia, 3 anni fa, dopo aver convinto grazie alle buone prestazioni in MLS. «Sono sempre stato molto chiaro anche con la dirigenza a Dallas. Ho sempre detto loro che il mio obiettivo, il mio sogno, era quello di giocare in Europa. Il Venezia mi ha contattato, dopo la promozione in Serie A, e non ho avuto dubbi. Rifarei la stessa scelta al 100%».
La prima stagione in Serie A, terminata con la retrocessione, e le due in Serie B lo hanno formato e fatto crescere, e oggi Tessmann ha trovato fiducia e continuità, adattandosi a quello che lui stesso definisce ‘italian football’: «In Europa, e soprattutto in Italia, si gioca un calcio diverso da quello americano. La preparazione tattica e tecnica è elevatissima, in più è un gioco molto più aggressivo rispetto a quello a cui ero abituato. Queste stagioni però mi hanno aiutato moltissimo, ora sono molto consapevole dei miei mezzi e delle mie qualità».
Con la maglia del Venezia, Tanner ha vissuto alti e bassi. Alla prima stagione è arrivata la dolorosa retrocessione, che però allo stesso tempo gli ha permesso di confrontarsi con una realtà diversa, come la Serie B, dove ha trovato continuità di rendimento.
I numeri di Tanner e la qualità di Pedro
Le statistiche parlano chiaro: in questa stagione ha giocato quasi tutti i minuti a disposizione, segnando 3 gol e realizzando 2 assist. Tocca una media di 68 palloni a partita, e almeno 1 di questi risulta un passaggio decisivo. Anche in fase difensiva, grazie all’imponente struttura (188 cm) è fondamentale e recupera 7/8 palloni ogni gara.
Il Venezia è secondo in campionato e lotterà fino alla fine per tornare nella massima serie. «Tra Serie A e B, secondo me, la principale differenza è legata alla qualità dei giocatori. In Serie A anche se pensi di essere in controllo della partita, ci sarà sempre qualcuno che con una giocata fantastica, ribalterà la situazione. Mi ha impressionato Pedro. Incredibile, fa tutto a velocità elevatissime, non ho mai visto uno con la sua qualità. In B invece il campionato è molto più equilibrato, tutti possono battere tutti, e ogni volta è una battaglia».
Come in campo, anche fuori, nella routine quotidiana, la vita di Tanner è completamente cambiata dal suo arrivo: «Non c’è nessun altro posto, nel mondo, come Venezia. È una città meravigliosa, ricca di storia e di bellezza. Sono fortunato a vivere qui e anche la mia famiglia ama questa città».
Obiettivo Parigi 2024
Il progressivo e costante miglioramento di Tessmann non è passato inosservato in patria. Ha esordito in nazionale maggiore nel febbraio 2021, a 19 anni, e fin da giovanissimo è sempre stato uno dei profili più interessanti e seguiti nel panorama nazionale. Oggi, grazie ai risultati individuali che sta ottenendo a Venezia, è entrato nel mirino di coach Berhalter, in vista delle prossime Olimpiadi. «Ho avuto l’onore di vestire la fascia di capitano della selezione u23. È stato indimenticabile. Penso che sia il sogno di ogni bambino, quello di rappresentare il proprio Paese e io voglio farlo alle prossime manifestazioni».
In generale il ‘soccer’ americano sta crescendo sontuosamente, a partire dall’MLS fino ai college. L’esempio che Tanner e alcuni colleghi danno in Europa, da McKennie a Weah, passando per Pulisic e Musah, unito alle buone prestazioni della nazionale stanno trainando l’intero movimento.
«Sono molto orgoglioso di questa cosa. Abbiamo una grande squadra, formata da ottimi giocatori che non hanno bisogno di presentazioni. Questo dev’essere solo un punto di partenza, anche per me stesso. C’è tanto lavoro da fare con il Venezia e con gli Stati Uniti».