Il biglietto da visita è chiarissimo: pugliese, numero 10, Cassano sulla maglietta. I riferimenti vengono spontanei. Al resto ci pensa il suo talento unito alla spensieratezza di chi sa che non ha niente da perdere. Estro e fantasia sono le fondamenta del suo calcio e stanno iniziando a capirlo in tanti. Dopo una stagione strepitosa in Primavera, con la maglia della Roma (13 gol), Claudio Cassano si sta affermando in Serie B come uno dei talenti più interessanti. «A me piace pormi grandi obiettivi. So che sembrerà esagerato, ma io voglio sognare in grande, voglio la Serie A con il Cittadella».
Gol e fiducia
Siamo all’ottava giornata di Serie B, sul punteggio di 1-1, tra Cittadella e Lecco, in una sfida delicatissima. Siamo al minuto 89 quando, su un pallone vagante in area di rigore, irrompe il piccoletto con il numero 10. Sulla maglia c’è scritto Cassano. Ha già mostrato sprazzi di talento puro, di una classe cristallina, ma il primo gol con i grandi, paradossalmente, lo segna di testa, lui che è alto 1.65 cm. «Il gol è stato molto importante. Da lì in poi ho trovato continuità e la fiducia in me stesso è cresciuta tanto. Quando segno le giocate mi vengono molto più facili».
Ed è così, perché nel frattempo i gol, come gli assist, sono diventati 3. Dal destro preciso in casa contro la Ternana, alla prodezza di Modena, da vedere e rivedere. Claudio è un trequartista puro e le sue giocate non possono passare inosservate. «Ovviamente sapevo che il passaggio dalla Primavera al calcio dei grandi sarebbe stato complicato. Anche io ci ho messo del tempo per abituarmi ma ora sono consapevole di poter fare bene. Il mio obiettivo personale per questa stagione è quello di chiudere a quota 7/8 reti. Non sarebbe male come prima stagione in B».
Il posto giusto al momento giusto
Dalla Roma al Cittadella. Da una delle squadre più importanti d’Europa a una piccola (ma virtuosa) realtà locale. Da una città frenetica da 2 milioni di abitanti a un piccolo borgo che non arriva a 20 mila persone. In pochi giorni la vita di Claudio si è capovolta, e questa è stata la sua più grande fortuna. «Ho scelto Cittadella proprio per questi motivi. Questa società è fantastica, sana e piena di persone competenti. Qui c’è una tifoseria ‘intelligente’ che ti permette di sbagliare ed è sempre vicina alla squadra».
Per dare una dimensione del mondo Cittadella basta elencare pochi dati: lo stadio Tombolato può ospitare al massimo 7623 tifosi. È una delle squadre con il budget più basso della categoria, e in estate 11 dei 17 acquisti sono stati fatti da squadre di Serie C. A metà campionato però, il Cittadella è terzo. «Siamo un gruppo molto unito ed estremamente umile, questa è la nostra forza. In più possiamo giocare spensierati e non abbiamo pressioni particolari. Per fare un esempio, dopo la sconfitta casalinga contro il Como per 0-3 (una delle nostre peggiori partite), nessun tifoso ci ha criticato, ma tutti ci sono stati vicini e ci hanno aiutato a rifarci».
Cassano e la Roma
Forse è stato un caso, o forse il destino, ma l’esordio da titolare in B Claudio Cassano lo ha fatto al San Nicola di Bari. Chissà cosa avranno pensato i tifosi biancorossi quando lo hanno visto accentrarsi, scartando avversari come birilli, prima di centrare il palo con uno splendido sinistro a giro. Il paragone con Antonio è, e sarà sempre, una costante della sua carriera; è inevitabile. «Ricorderò sempre, al primo allenamento in prima squadra con la Roma, Juan Jesus che mi disse che ero uguale all’altro Cassano. Un complimento pazzesco».
A Roma, con la Primavera fa le scintille, segna 13 gol ed è il leader tecnico della squadra. Gli occhi attenti di Mourinho e del suo staff, infatti, non tardano a notarlo e lo portano, sporadicamente, in prima squadra, fino alla panchina in Europa League, al Benito Villamarín contro il Betis. Momenti indimenticabili, al fianco di grandi campioni, che lo hanno fatto crescere tanto. «È stato tutto fantastico. Da Spinazzola (imprendibile) a El Shaarawy, tutti grandissimi giocatori ed è stato un onore allenarsi al loro fianco».
Il cognome è pesante. Il paragone è un onore. Claudio Cassano però vuole essere ricordato per il suo talento e per il ‘suo’ calcio. In estate ha fatto una scelta audace, coraggiosa, sposando un progetto solido e ambizioso; come lui, che non si pone limiti e sogna di portare il Cittadella in Serie A.