Ormai è diventato un marchio di fabbrica. Ormai i tifosi del Palermo sanno che, probabilmente, i cross che arrivano nelle aree avversarie, incontreranno la testa di Jacopo Segre. Inserimenti a tutta velocità, uniti a un fiuto del gol degno di un grande numero 9, gli hanno permesso di raggiungere, già a febbraio, quota 7 gol in campionato (record personale). Jacopo, che nella vita come nel calcio ne ha passate tante, riconduce tutto alla sfera mentale: «Passo la sera prima della partita, e la mattina stessa, a immaginare e visualizzare quello che può succedere in campo. Anche durante il riscaldamento cerco di pensare e trovare tanti piccoli stimoli che mi possano dare un vantaggio durante la partita. Alcuni gol è come se li avessi già vissuti».
Mentalità da campione
Come pochi giorni prima del suo esordio in maglia rosanero, quando Segre in un’intervista affermò di aver pensato più e più volte al suo primo gol a Palermo, specificando alcuni dettagli, come l’esultanza e il boato dei tifosi. «Per me la visualizzazione è un’arma potentissima. Ti aiuta a focalizzarti completamente sulla partita e più nel dettaglio in alcune situazioni di campo, come la ricezione della palla o un tiro ad esempio. Insieme a tutto il resto del lavoro che svolgo in settimana è un piccolo tassello che mi porta a ottenere qualcosa in più durante la gara».
Jacopo sta vivendo una stagione ‘magica’, ma nulla accade per caso. Ci ha raccontato la sua routine quotidiana e, da quando mette piede dentro al Palermo CFA, il nuovissimo centro sportivo, il 1° in 123 anni di storia del club, definito da lui stesso «meraviglioso», il suo obiettivo è uno solo: migliorare.
«Ho imparato a vedere ogni giorno come un’opportunità per lavorare su me stesso. In campo cerco sempre di concentrarmi sulle cose che posso fare meglio». Il programma è sempre lo stesso: 45 minuti individuali in palestra, tra attivazione e prevenzione, per poi performare al meglio in campo, dove rimane spesso per fare lavori extra su lanci, stop e orientamenti del corpo, fondamentali per un centrocampista. «Sembrerà una battuta, ma se non riesco ad avere i miei 40 minuti in palestra, impazzisco. È fondamentale per me curare ogni dettaglio. Anche dopo l’allenamento mi fermo sempre a fare posture e lavori di scarico». Cose che possono sembrare scontate ma, al contrario, sono tutti i piccoli tasselli a cui faceva riferimento in precedenza, e che fanno grande un calciatore.
L’esempio di Vicario e il modello europeo
«Ho giocato anche in Serie A e vi posso garantire che ciò che fa la differenza tra le categorie è la testa. Prendete l’esempio del mio amico Vicario. Siamo stati compagni a Venezia, in Serie BKT, ma io ero sicuro che prima o poi sarebbe decollato. Dovreste vedere i suoi allenamenti personali in palestra: mostruosi. È davvero un professionista esemplare, ci sentiamo spesso ed è fonte d’ispirazione per me».
Una dedizione al lavoro e al sacrificio legata a un obiettivo chiaro. Segre vuole tornare in Serie A con il Palermo. Con il passare del tempo si è innamorato perdutamente del Barbera e del tifo rosanero e, insieme ai compagni, vuole continuare a mantenere vivo il sogno promozione: «30’000 persone sugli spalti è una cosa senza senso. Un’energia e una passione clamorosa che noi percepiamo in campo. Sembra una frase fatta ma spesso, quando giochiamo in casa, è come se avessimo un uomo in più».
Ambizione e consapevolezza. Una filosofia, una mentalità, perfetta e che va di pari passo con l’evoluzione del Palermo grazie al City Football Group.
L’anno scorso i rosanero di mister Corini hanno avuto la possibilità di visitare e di allenarsi nei centri sportivi di Manchester City e del Girona, squadre della galassia della proprietà emiratina. Due esperienze che, inevitabilmente, hanno fatto capire ai giocatori del Palermo l’importanza e la serietà del progetto. «Sono stati giorni bellissimi. Due realtà diverse ma di grande spessore. Il centro sportivo del Manchester City è letteralmente indescrivibile, davvero non c’è una virgola fuori posto e non manca niente. A Girona abbiamo trovato un ambiente più ‘normale’, ma abbiamo visto un’intensità e una qualità importanti nei loro allenamenti. È incredibile se penso che si stanno giocando il titolo de LaLiga con il Real Madrid».
Il Palermo ‘svetta’ grazie al suo dottore
Il Palermo meglio del Bayern Monaco. Jacopo Segre meglio di Harry Kane. Penserete che stiamo scherzando, ma non è così. I siciliani sono la squadra che segna di più di testa in Europa, proprio davanti ai bavaresi. Segre invece, premiato anche come giocatore del mese di gennaio della Serie BKT, ha siglato ben 7 reti. Da quando è arrivato a Palermo, nel giro di 1 anno e mezzo, ha segnato 8 gol di testa; numeri pazzeschi per un centrocampista. Non è un gigante (185 cm di altezza), ma sfrutta benissimo le sue qualità: «Ho buoni tempi d’inserimento e mi sento forte nel colpo di testa. Sin da bambino ho sviluppato una forte autostima nei miei mezzi e spesso me la ritrovo anche in campo. Chiaramente la qualità dei miei compagni e dei palloni che arrivano in area incide molto». La sua crescita individuale è andata di pari passo con quella del Palermo. Attualmente la squadra di Corini è terza in classifica, a -9 dal 1° posto, viene da 5 risultati utili consecutivi e, nelle ultime 5 partite giocate, in casa ha segnato 16 gol.
Era arrivato a Palermo per ripartire, dopo la delusione di Torino, la sua squadra fin da bambino. In Sicilia però Segre ha trovato fiducia e continuità ed è tornato ad essere un giocatore decisivo. E non solo, perché qualche mese fa, tra una partita e l’altra, è riuscito a conseguire anche la laurea in Scienze Motorie: «Mi sono tolto una grande soddisfazione. Ho seguito il consiglio dei miei genitori e ho svolto con entusiasmo tutto il corso di laurea. Ho studiato cose inerenti al mio percorso da calciatore e soprattutto mi è servito per staccare la spina dal continuo pensiero legato al calcio. Il prossimo step sarà qualcosa legato alla nutrizione o al marketing, due ambiti che mi incuriosiscono molto».
Urbano Cairo, presidente del Torino, lo definì «un ragazzo eccezionale».
Jacopo Segre è un calciatore intelligente, con un sogno ambizioso e un obiettivo chiaro. Nella sua carriera, come nella sua vita, la differenza l’ha sempre fatta la testa.