Mancano poche ore alla partita di Champions League tra Milan e Barcellona. Di lì a poco, Kevin-Prince Boateng segnerà uno dei gol più belli della sua lunga collezione. Pep Guardiola è in hotel, in ritiro, non molto distante da San Siro. Di tutti i pensieri che possono passargli in testa in quei momenti, chiede all’altra persona nella stanza: «Mi devi spiegare: perché il Pescara l’altro giorno contro il Gubbio giocava in 10 contro 11 ma aveva sempre il pallone?».
Una domanda che spiazza l’altra persona, ovvero Arrigo Sacchi. Guardiola, l’allenatore più forte del mondo probabilmente in quel momento, di tutto ciò che può chiedergli si preoccupa di una partita di Serie B italiana. Sacchi gli risponde che quella squadra «ha una grande organizzazione, non soltanto nello spirito ma anche nei concetti». Ed effettivamente era stato così: il Pescara di Zeman, Insigne, Immobile e Verratti…
Il vantaggio di Balzano e il pareggio dell’eugubino Graffiedi avevano portato il risultato sull’1-1 all’Adriatico di Pescara. Capuano, rientrante tra i titolari, si era però fatto espellere. Sul risultato di parità, visto il pareggio del Sassuolo, una vittoria sarebbe valsa il secondo posto, accorciando sul Torino capolista. Sarà una rete di Immobile, praticamente dalla linea di fondo, a decidere la partita scavalcando il portiere avversario, ovvero il fratello di Gigio Donnarumma.
«Sono un ammiratore di Zeman – dirà Guardiola in conferenza stampa – perché è un grande allenatore, propone un tipo di calcio che mi piace e a cui mi ispiro. Lo conosco bene fin da quando giocavo in Italia». Per Pep, Zeman è stato un punto di riferimento, un’ispirazione, la dimostrazione pratica dell’atteggiamento che il tecnico spagnolo vorrebbe nell’approcciare alle situazione più difficili in partita: «È sempre stato coerente nel combattere le battaglie del calcio italiano».
L’amore di Guardiola per il Pescara era anche umano: «Mi piace Pescara, è una città che mi è cara perché lì ci vivono diversi amici e ogni tanto vado a trascorrerci qualche giorno in vacanza». Il motivo è presto detto: il suo storico assistente Manuel Estiarte, ex pallanuotista dal 2008 nel suo staff, è spostato con la pescarese Silvia Marinelli, conosciuta nel 1985, figlia dell’ex presidente del Pescara calcio, Vincenzo, e sorella di Cristiana, ex presidente del Pescara pallanuoto.
Il Pescara di Zeman, quel Pescara, continua a far parlare di sé anche a distanza di anni.