Riccardo Calafiori è reduce da una stagione sensazionale con la maglia del Bologna e si sta prendendo la consacrazione con la Nazionale. Il percorso che lo ha portato fin qui è stato tortuoso, non senza la paura di perdere tutto. Il 2 ottobre 2018, nel corso della partita di Youth League contro il Viktoria Plzeň, è vittima di un infortunio che comporta: la rottura di tutti i legamenti del ginocchio sinistro, dei menischi e della capsula e ne mette a rischio la carriera. Terribile. Rientra in campo il 16 settembre 2019, dopo quasi un anno di stop, giocando con la Primavera l’incontro di campionato vinto 6-3 contro il Chievo.
Ad accompagnarlo in quei giorni di attesa e riabilitazione c’era Devid Eugene Bouah, di un anno più grande. Devid è del 2001, Riccardo del 2002. Compagni di squadra nel settore giovanile della Roma che a poche settimane di distanza, sono entrambi finiti ko per colpa del ginocchio: «Ci siamo conosciuti nella Primavera della Roma e siamo diventati molto amici. Le nostre madri si sentono spesso: hanno legato quando entrambi ci siamo rotti il ginocchio. Ancora oggi hanno paura che ci facciamo male a ogni partita. Ricordo ancora che quando Riccardo se lo spaccò, il medico gli disse che probabilmente avrebbe smesso di giocare». La loro amicizia si è rafforzata molto in quel periodo: «Andavamo a scuola insieme. Ne combinavamo di tutte. Prima Riccardo era molto più esuberante, guidava il nostro gruppetto. Passavamo le giornate insieme in palestra durante la riabilitazione. Poi Fonseca lo chiamò in Prima Squadra per la parte conclusiva della stagione del Covid».
La chiamata tra i grandi fece subito capire che Calafiori aveva le carte in regola per sfondare: «Lo convocò per l’ultima di campionato contro la Juventus, io ero in vacanza, non sapevo partisse titolare. Mi chiamò mia madre: ‘Gioca Riccardo!!’. Ero a fare serata, mi misi al tavolo col telefono. Al gol, che poi gli annullarono, iniziai a esultare come un pazzo in mezzo alla cena. Nel calcio ci sono pochi amici veri: per me lui è uno di questi». Prima della partita contro la Spagna si sono videochiamati. E prima dell’Europeo, dovevano anche vedersi a cena, finiti gli impegni con Bologna e Catania. Ma la data è rimasta incerta, in attesa della convocazione per EURO2024: «Prima degli Europei dovevo andare a cena con Calafiori. Stavamo fissando, mi diceva: ‘Mah, non so se mi convocano’. E io: ‘Dimmi un solo motivo per cui non dovrebbero!’».
La consacrazione per Riccardo Calafiori è arrivata in un ruolo diverso da quello di terzino sinistro, con il quale è cresciuto: «Gliel’ho sempre detto: ‘Guarda che te da grande devi fare il centrale’. Finalmente».