Si chiama WHOOP, va tenuta addosso 24 ore al giorno ed è in grado di monitorare tutti i parametri fisiologici, dalla qualità del sonno allo stress quotidiano. Perché atleti come LeBron o CR7 – tanto per citarne due – vogliono averla? La risposta è molto semplice: sapere di più – e in alcuni casi tutto – sul proprio corpo. Ma ve lo spieghiamo meglio.
Una fascia speciale
Fateci caso quando guardate le foto (soprattutto degli allenamenti) dei vostri calciatori – o atleti – preferiti e probabilmente spesso noterete questo accessorio. Oggi tantissime persone si affidano a questa fascetta per scoprire e conoscere davvero il proprio corpo.
Whoop è stata fondata nel 2012 da Will Ahmed, un genio che ha studiato ad Harvard per intenderci, ma solo negli ultimi anni è diventata così famosa. Cos’ha di speciale? Innanzitutto è ‘solo’ una fascetta, nessun display. Zero distrazioni e la comodità massima per poterla tenere tutti i giorni. Gli atleti sono liberi di indossarla in varie parti del corpo, anche durante allenamenti o partite. CR7 ad esempio si fascia il polso per mantenerla coperta, mentre Haaland la posiziona sopra al bicipite, in modo che sia coperta dalla manica.
Quindi Whoop monitora ogni aspetto fisiologico mentre noi conduciamo la nostra vita normalmente. Basta poi entrare sull’applicazione del cellulare per leggere una quantità incredibile di informazioni su di noi.
Quantificare lo stress quotidiano
La vera arma segreta di Whoop è la funzione in grado di misurare lo sforzo quotidiano (strain). Immaginate di avere un coach personale che, appena vi svegliate, è in grado di dirvi quanto siete stanchi e di consigliarvi determinate attività. Con questa funzione Whoop misura lo sforzo cardiovascolare e muscolare e quantifica lo stress fisico e mentale sopportato dal corpo.
Lo sforzo viene calcolato su una scala da O a 21 ed è registrato durante tutta la giornata o per un allenamento specifico. In base a questo dato l’app poi consiglia i carichi da affrontare durante la giornata oppure se fare determinate attività, come stretching o esercizi di respirazione, per ripristinare il proprio stato fisico.
Gli esempi di Ronaldo e van Dijk
Virgil van Dijk ad esempio è diventato global ambassador del brand e socio di minoranza dopo aver provato in prima persona cosa significa avere Whoop.
Ha definito così la sua esperienza: «Ogni mattina appena mi sveglio controllo sempre i miei dati. Mi aiutano a capire come sto davvero e come posso iniziare la giornata».
La notte prima dell’esordio agli Europei ad esempio, van Dijk ha fatto registrare 8 ore e 17 minuti di sonno, ottenendo un recupero del 100%. Inoltre, da quando è tornato dopo il grave infortunio al legamento crociato anteriore nella stagione 2020/21, van Dijk è stato il giocatore del Liverpool con più minuti giocati nelle successive due stagioni e ha accreditato a Whoop parte del merito nelle fasi di riabilitazione.
Durante gli Europei avrete sicuramente visto questo grafico, che racconta l’andamento del battito cardiaco di CR7 prima, durante e dopo una serie di rigori con il suo Portogallo. Informazioni interessantissime, per noi come per i calciatori stessi, raccolte proprio grazie a Whoop. Anche CR7 infatti recentemente ha voluto investire nell’azienda statunitense.
A 39 anni Ronaldo continua a performare ai massimi livelli e ha una cura del suo corpo maniacale. Come ha rivelato lui stesso in un Podcast con Whoop, lui monitora allenamenti, il sonno e le sue routine di recupero, come sauna e vasche ghiacciate. Ha definito così l’impatto con Whoop: «È uno degli strumenti più importanti che ho mai avuto per monitorare il mio stato fisico».
Dominio in patria
Le prime star globali che si sono affidate a Whoop sono state LeBron James e Michael Phelps. Proprio il leggendario nuotatore ha descritto così la funzionalità di Whoop: «Io sono sempre stato ossessionato dai piccoli dettagli e grazie a Whoop ne ho potuti migliorare tantissimi».
Negli Stati Uniti domina la scena sportiva. Ad oggi è l’unico ‘braccialetto’ ufficialmente utilizzabile per i giocatori di MLB ed è considerato uno strumento chiave per il recupero dei giocatori di NFL, come Patrick Mahomes. Non serve nemmeno spiegare che anche in NBA, dopo essere stato usato da LeBron, si è diffuso alla velocità della luce.
Cos’hanno in comune quindi tutti questi atleti e perché scelgono proprio Whoop? Sicuramente l’ossessione per il miglioramento costante, ma anche il voler curare ogni dettaglio per poter performare sempre al meglio. Senza contare che è possibile tenere traccia anche di più di 140 abitudini, dalla quantità di caffè giornaliera che beviamo al tempo di utilizzo del nostro cellulare, di cui Whoop riesce a calcolare l’impatto sulle nostre vite.