«Servono idee giovani», così il Napoli Femminile si è salvato e ora sogna in grande

by Giacomo Brunetti

A gennaio 2024 era ultimo in classifica con 0 punti e rischiava di scomparire. Adesso è una delle due squadre della Serie A femminile non collegate a una maschile: il Napoli è una delle realtà più interessanti in Italia.

Napoli e Como sono le uniche due squadre professionistiche nel calcio femminile italiano a non essere legate alla società maschile. Lo scorso giugno, Marco Bifulco è diventato il presidente delle partenopee e ha iniziato un piano quinquennale che ha rilanciato una società che rischiava di scomparire. «Con l’avvento del professionismo i costi sono raddoppiati e tante società non legate alle maschili sono scomparse», ci racconta il presidente Bifulco, il cui family office ha rilevato il Club insieme ad altri soci, da una cordata di 20 imprenditori locali che la portavano avanti da anni, e di cui già faceva parte. Sembrava la fine, e invece. «I vecchi soci sono venuti da me e mi hanno detto: ‘Hai 29 anni, servono idee giovani, altrimenti non ci salveremo», e così è stato. Un piano quinquennale per rendere il Napoli femminile sostenibile e una svolta totale sia sportiva che nella comunicazione: in 3 mesi si vedono già i primi frutti.

Lo scorso gennaio la squadra era ultima, a 0 punti, e a rischio liquidazione: «Ci siamo salvati miracolosamente e adesso iniziamo questo progetto». Il Napoli femminile ci tiene a ricordare che «siamo l’unica società professionistica femminile nel Sud Italia e nel nostro vivaio ci sono solo ragazze napoletane». Vogliono ampliarlo a tutto il Sud. Il Napoli femminile, grazie alla visione di Bifulco, sta accompagnando il lato sportivo (ha appena battuto la Sampdoria in Coppa Italia, passando ai quarti) con una visione totale fuori dal campo: ha avviato un progetto nel cinema e nella televisione per rendere il Club protagonista in serie tv e film di successo.

«È particolare, ma un impulso fondamentale per il movimento arriva da EAFC, il videogioco che tutti abbiamo conosciuto come FIFA», dove adesso le calciatrici sono presente nella modalità Ultimate Team e le loro card sono visibili in tutto il mondo: «Le nuove generazioni conoscono le calciatrici grazie a questo, è un successo incredibile». Una delle chiavi del Club è la sostenibilità, «abbiamo chiuso recentemente un accordo con Emergency e siamo promotori della gender equality». Questo attira numerosi sponsor che possono investire in una società all’avanguardia e attenta ai diritti. 

Ma dove gioca il Napoli femminile, in quale stadio? «Attualmente al “Piccolo” di Cercola, dove gioca anche la Primavera dell’SSC Napoli. Il nostro sogno è giocare in centro città, al “Collana”». L’intento del Napoli femminile è arrivare ai tifosi del futuro: «È irrealistico pensare che la generazione di oggi si appassioni al calcio femminile come a quella maschile». Allo stadio intrattenimento stile baseball per rendere la cornice della partita sempre più interessante e accattivante.

Sono in arrivo anche alcuni progetti che guardano all’estero. Per le giovani calciatrici un supporto psicologico grazie a una calciatrice laureata in psicologia della prima squadra: «Stiamo ripartendo dal settore giovanile, con il progetto For your Future, che supporta la crescita delle giovani calciatrici, concentrandosi sullo sviluppo atletico, mentale, nutrizionale e comportamentale, coinvolgendo sia le giocatrici che le loro famiglie e allenatori». Napoli guarda dritto al futuro.

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