Dentro al mondo di Nadir Zortea: «Dall’apnea al pilates. Lavoro più degli altri per diventare il migliore».

by Lorenzo Lombardi

Nessun difensore, in Europa come in Serie A, sta performando come lui. Nadir Zortea ha già segnato 5 gol in campionato, di cui 3 consecutivi, e non si pone limiti. Dopo l’ultimo gol segnato contro il Lecce – nella descrizione del post su Instagram con cui ha celebrato la vittoria – ha scritto: «NON TE L’ASPETTAVI».

Ora abbiamo capito a cosa si riferiva e vi raccontiamo un calciatore che lavora più di chiunque altro su se stesso.

Studiare Bale per diventare decisivo

Forse nessuno si sarebbe aspettato di vedere Zortea, a inizio stagione considerato da tutti un terzino ‘puro’, a quota 5 gol in Serie A già a gennaio. Un cambiamento importante, quello che gli ha proposto Davide Nicola, che lui ha accettato senza fare una piega ma anzi, al contrario, migliorando ancora di più. «Inizialmente ho dovuto accettare questo nuovo ruolo, e vi assicuro che cambia tanto. Poi però ho capito che poteva essere un’opportunità e ho studiato tanto Gareth Bale, uno che ha avuto un percorso simile al mio e che è diventato un campione. Sto cercando di migliorare sempre di più nella postura del corpo, per non farmi trovare spalle alla porta e nella lettura degli spazi da attaccare».

E il lavoro tecnico-tattico è solo una delle aree su cui si focalizza il suo lavoro quotidiano. Oggi è difficile trovare calciatori che curano anche l’aspetto emotivo, psicologico e fisico come il terzino del Cagliari.

«La frase ‘Non te l’aspettavi’ è un riferimento a tutto quello che faccio a livello individuale fuori dal campo. Chi non mi conosce può pensare che queste prestazioni siano frutto del caso. Io però sono consapevole di tutto quello che sto facendo per migliorarmi ogni giorno di quell’1% che poi farà la differenza. E i risultati stanno arrivando».

Ed è vero. Si dice spesso che ‘il lavoro poi ripaga’ e Nadir ha fatto sua questa filosofia. «Qualche anno fa ho cambiato la percezione che avevo del mio tempo libero e lì ho svoltato. Mi sono lasciato ispirare dai libri che ho letto delle persone di successo e ho capito che volevo essere come loro, voglio lasciare il segno. Per farlo ho dovuto iniziare a lavorare molto di più degli altri».

Apnea, pilates e la patente nautica

Ora infatti la settimana tipo di Zortea inizia con un briefing in cui, insieme al suo team di lavoro – composto da mental coach, fisioterapista, visual trainer, match analyst, nutrizionista e preparatore atletico – organizza le sue attività extra nel migliore dei modi. E se pensate che le giornate di un calciatore siano monotone, vi invitiamo a leggere il programma di Nadir: «Diciamo che ho poco tempo libero. Ora faccio tante cose. Mi piacciono tantissimo pilates e apnea. Quest’ultima in particolare è una disciplina che mi affascina tanto perché ti aiuta a conoscere meglio il tuo respiro e il modo in cui affronti le situazioni di massimo stress fisico. Spesso questo lavoro me lo ritrovo in campo quando magari sono un po’ a corto di ossigeno.

Poi dedico tanto tempo al visual training, in cui mi alleno mentalmente a immaginarmi situazioni e movimenti che possono succedere davvero in campo, e ovviamente al recupero. Ho comprato una camera iperbarica e macchinari come pressoterapia e altri che sfruttano il caldo e il freddo. Oltre alla mia piccola palestra personale».

Come se non bastasse, insieme a Zappa e a un membro dello staff, ha iniziato anche a studiare per la patente nautica, quasi un paradosso per uno che viene dal Veneto. «Ora siamo ancora agli inizi ma spesso ci mandiamo i risultati dei quiz e ci sfidiamo a chi fa meno errori. Sono molto attratto dal mare e mi piace la tranquillità e il senso di pace che sa regalarti».

La sfida con Theo

Tutto questo enorme lavoro che sta facendo su se stesso ora se lo ritrova in campo e, soprattutto, nella sua testa. La consapevolezza di unire il suo talento a una dedizione fuori dal normale lo sta rendendo un giocatore e una persona migliore. «Penso che quello che trasmettiamo agli altri sia solo il riflesso di quello che siamo dentro. Io non voglio avere rimpianti e per questo ogni giorno per me diventa fondamentale». Ovviamente i suoi risultati personali sono frutto anche del lavoro che fa in campo con i membri dello staff, a partire da mister Nicola: «Devo dire che quest’anno c’è un legame speciale tra squadra e staff che non avevo mai provato prima. Siamo davvero tutti unite verso un unico obiettivo. Il mister è unico, fa sentire tutti importanti e tiene tutti sul pezzo. È una persona che stimo tanto e che mi aiuta a livello mentale. Ed è anche grazie a lui che mi ha spostato in avanti a inizio stagione se sto ottenendo questi risultati».

Per farvi capire il livello interiore e mentale che sta raggiungendo il classe ’99 basta riportare le sue parole prima di Milan-Cagliari: «Non vedo l’ora di sfidare Theo. Vedremo chi sarà il migliore». Un mix di sana competizione e coraggio. Risultato? 1-1 a San Siro, gol di Zortea e una partita maiuscola.

«Davvero non vedevo l’ora di affrontarlo. È un giocatore che ho studiato tantissimo, per me uno dei migliori al mondo nel suo ruolo e io volevo misurarmi contro di lui. Amo affrontare quel tipo di giocatori perché sono queste le sfide che ti fanno davvero migliorare».

Gestire i momenti più difficili

Il Nadir Zortea che vediamo oggi però non è frutto di un percorso idilliaco fatto solo di successo. Al contrario, dopo essere uscito dal settore giovanile dell’Atalanta ha dovuto ‘farsi le ossa’ prima in Serie B alla Cremonese, poi in A con la Salernitana. Continuità e buone prestazioni però non sono bastate per farlo imporre alla Dea, la squadra che lo ha cresciuto.

«Non sono riuscito a guadagnarmi un posto nell’Atalanta, però Gasperini mi ha insegnato tanto: a partire dall’aspetto tattico, mi ha insegnato come si fa questo ruolo e ancora oggi devo ringraziarlo».

Proprio a Zingonia ha affrontato momenti e decisioni difficili che lo hanno messo alla prova e non hanno fatto altro che fortificare la sua mentalità.

«All’Atalanta purtroppo non ho mai trovato continuità e sono arrivato a sentirmi messo da parte. In quel periodo mi sono allenato spesso da solo e ho dovuto affrontare i ‘demoni’ che arrivano quando non scendi in campo per tanto tempo. Per uscire da quel periodo ho fatto un ragionamento che può sembrare strano: mi sono ripetuto che in un anno ci sono circa 40 partite e 250 allenamenti e sono arrivato a pensare che questi contassero di più della ‘domenica’. Ho spostato il mio focus.

Solo grazie a questo lavoro quando sono arrivato a Frosinone mi sono subito sentito alla grande. Fisicamente e mentalmente era come se fossi sempre stato titolare».

Nazionale nel mirino

Nonostante la giovane età, Zortea ha una testa diversa da altri suoi coetanei. Ragiona da uomo e da grande calciatore. Anche in merito agli obiettivi stagionali ha le idee chiarissime: «Voglio arrivare ad essere uno dei migliori nel mio ruolo e quest’anno voglio guadagnarmi la Nazionale. Il mio obiettivo principale però e la salvezza con il Cagliari, ci tengo davvero tanto».

Una delle sue frasi preferite è di Giannis Antetokoumpo, uno dei suoi idoli: «Prima o poi moriremo tutti, quindi vai e conquista il mondo».

È vero, forse nessuno se l’aspettava, ma Zortea sta andando davvero forte.