Perché le società di calcio avranno bisogno in futuro di un “Direttore della strategia”

by Giacomo Brunetti

«Confrontandomi con direttori generali di Serie A e Serie B, si percepisce l’esigenza di un ruolo che già alcuni Club esteri hanno», a raccontarcelo è Antonio Tramontano, direttore sportivo diplomatosi a Coverciano, e che nella sua ultima esperienza ha ricoperto il ruolo di Capo Scouting alla Fiorentina, che negli ultimi anni ha direzionato la sua traiettoria verso il miglioramento dei processi interni di un Club.

Migliorare i processi interni dei Club

«Le società calcistiche che si stanno evolvendo devono creare una struttura coerente nell’area sportiva, ma non solo: coerenza tra i dipartimenti per migliorare i processi interni del Club in quanto azienda», prosegue. «È un tratto più manageriale che tecnico», ma i processi ottimizzati dentro a un’azienda sono alla base del funzionamento della stessa e hanno un impatto sul miglioramento della qualità tecnica espressa.

Un esempio è il recente rinnovo di contratto del ds del Como, Carlalberto Ludi, dove il direttore sportivo viene inteso come un ruolo moderno e di coordinamento. Citando il comunicato, «Ludi ricopre un ruolo chiave nel collegare tutte le aree del nostro team tecnico, dal reclutamento, allo sviluppo, alla performance, alla strategia e alla prima squadra, garantendo coerenza e allineamento tra i reparti».

 Il direttore dei processi è una figura che crea continuità e impatto dentro al Club. Le società devono costruire progetti a lungo termine, così come le funzionalità delle varie aree, sia verticali che nell’interconnessione tra dipartimenti, «slegandosi dal concetto che la partenza di un allenatore, che in media resta in un Club per 1 anno, debba stravolgere sempre tutti gli ordini di una società».

Una figura sportiva che crei unione dentro alle società

La forte impronta manageriale non deve far mettere in secondo piano l’aspetto tecnico, una figura del genere necessita comunque di una profondità tecnico/tattica che lo renda in grado di interloquire con tutte le figure a capo dei dipartimenti. Un concetto relativo a questo ruolo è quello di portare «sempre più i processi oltre le persone», la visione continua anche se cambiano i soggetti coinvolti. «L’azienda oltre le persone è un concetto che viene portato avanti fuori dal calcio».

«Spesso diciamo che il calcio italiano non produce talenti, ma credo che questo sia frutto in primo luogo di scelte manageriali. Abbiamo un alto livello di conoscenza tecnico/tattica, credo che dobbiamo centrare il focus su come allochiamo le risorse, quante risorse destiniamo a quelle aree del Club in grado di creare valore tecnico». È terreno fertile per far lavorare al meglio tutti gli attori in causa dentro a una squadra.

Il Direttore della Strategia potrebbe da una parte con il CEO creare e portare avanti processi in linea con la Visione del Club e dall’altra fungere da supporto e facilitare il lavoro della Direzione Sportiva. «Nel processo di sviluppo interno all’area sportiva i dati sono cruciali ed è necessario creare un hub di raccolta dati che provengono da ogni dipartimento, lavorarli in una visione d’insieme e rimandarli ad ogni settore per la propria competenza».