Fino a dove sei disposto ad arrivare?
Ci sono giorni in cui pensi che tutto quello che hai fatto sia destinato a finire dentro il cestino. Hai impiegato centinaia di ore della tua vita a costruire un sogno di cartapesta, consapevole del fatto che una tempesta l’avrebbe spazzato via. Un infortunio, poi un altro, poi un altro ancora. Devi smettere di giocare. Smetti.
Cosa si prova? Impotenza, rabbia, delusione. Senti un bruciore dentro il petto, perché hai massacrato te stesso per un desiderio effimero, che svanisce nel vento dell’età.
Ma non può essere tutto qui.
Noi siamo le lacrime che rigano il volto di ogni infortunato, le fitte di dolore che si provano sul lettino, le corse con il fiato spezzato, le caviglie che urlano, le ginocchia che sanguinano, i legamenti che saltano.
Perché il calcio regala una felicità unica. Ma pretende una sofferenza devastante.