100 metri, da porta a porta.
Un attimo prima a tamponare l’inserimento di Neuville nell’area azzurra, come il più diligente dei terzini. Poi via, ad inseguire il sogno.
Perché nella corsa di Del Piero si legge la voglia di cancellare il passato, quel maledetto errore nella finale di Euro 2000.
Quella corsa è così densa di significato che quasi si riesce a toccare. Nel silenzio dei ricordi si può sentire il suono dei passi. Si vede Cannavaro che ruba palla, si vede Totti che alza la testa e serve Gilardino. E poi si vede la falcata di Alex che taglia in due l’aria di Dortmund gonfia di lacrime tedesche.
Si sente il battito del cuore di una Nazione. Poi il respiro si spezza e gli occhi spingono il pallone all’incrocio, non a caso. Il tiro a giro sul palo più lontano, il gol della classe, il gol “alla Del Piero”.
E in un istante Alex si prende tutto, milioni di tifosi ora sono ubriachi di azzurro.
Nessuno potrà mai toglierci il ricordo di quei minuti folli.
Io conservo gelosamente nella mia mente quella corsa di Del Piero. Senza tempo.