A Lugano il prossimo 8 Luglio partirà ufficialmente la stagione interista 2019/2020 targata Antonio Conte che si protrarrà poi nella tournée cinese. Ecco come la squadra si appresterà ad approcciare il ritiro estivo dal punto di vista della preparazione atletica.
Antonio Conte, con tutta probabilità, completerà il suo staff con i suoi fedelissimi, tra i quali non potrà assolutamente mancare il preparatore atletico “sergente” Pintus.
Amante della corsa, Pintus instaurerà il metodo tradizionale di allenamento che prevede poco pallone e molto allenamento fisico. L’obiettivo principale sarà quello di incrementare la forza e la resistenza fisica dosando sapientemente e personalizzando il lavoro per ciascun calciatore a seconda della condizione iniziale. Pintus sostiene infatti il metodo degli sforzi dinamici, il massimo sforzo per carichi non particolarmente alti che, uniti alla giusta dose di pianificazione tecnico-tattica consente a questa filosofia di allenamento di gestire al meglio la profilassi degli infortuni come documentato in molte delle sue esperienze calcistiche. In questo contesto è interessante capire come potrà inserirsi armonicamente il complesso “metodo Juventus” o se vogliamo “metodo Conte” dato che fu proprio lui con il suo staff tecnico, a instaurarlo negli anni Torinesi. Il metodo Juventus nasce dallo studio del “training check”, un progetto che ha come target quello di differenziare e perfezionare l’allenamento sulla base di cognizioni, esperienze e abilità specifiche di ogni giocatore che vanno a comporre la preparazione atletica.
Il motto di Conte si può esemplificare da questa frase: «Penso che di solito quando lavori non sorridi. Soprattutto se lavori duro. È molto difficile sorridere. E solo attraverso il lavoro duro puoi raggiungere i tuoi obiettivi». Per mister Conte la settimana tipo inizia con sessioni d’allenamento improntate sull’aspetto fisico. Poi a metà settimana sposta le sue attenzioni sull’aspetto tattico e sugli sviluppi di gioco. È però caratteristico delle sessioni di allenamento di Conte che gli ultimi 7 minuti sono dedicati ad un intensissimo lavoro a secco di 100 m in 20 sec, con 20 sec di riposo. Poi 75 m in 15 sec, con 15 sec di riposo, ed infine 50 m in 10 sec, con 10 sec di riposo. Questo, appunto, per 7 minuti continuativi. A Conte non importa se la sua squadra sia felice o meno, l’importante è portare tutti focalizzati sugli obiettivi di gruppo.
La natura grigiastra della routine quotidiana, ricca di corsa senza palla, è infatti una delle critiche più forti rivolte alla metodologia Conte.
Il coach studia inoltre molto i video degli allenamenti e soprattutto i dati statistici sui rendimenti, sviluppati da algoritmi ad hoc, in particolare un’ossessione di Conte è il ritmo dell’allenamento: non possono esistere esercitazioni in cui un giocatore va sotto i 120 battiti al minuto. Collabora infatti in modo assiduo con il suo staff che comprende anche psicologi e nutrizionisti, per non lasciare nulla al caso. È questa l’unica via per tentare di migliorarsi e probabilmente superare i limiti di una squadra non sempre costante che molto spesso negli anni si è complicata la vita da sola. Con Conte la musica dovrebbe cambiare: unione di intenti e coinvolgimento totale per sentirsi importanti anche dalla tribuna. Il comandante venuto da Lecce non accetterà gente demotivata o non pronta, e se davvero vorrà un’Inter vincente dovrà contare su un esercito pronto alla guerra, dirompente nell’offensiva e in grado di sacrificarsi nel difendersi, il tutto attraverso una super preparazione.