Il Wolfsburg di Felix Magath ha disegnato una delle storie più affascinanti del calcio del ventunesimo secolo. Dopo essere stato ad un passo dalla retrocessione nel 2006-07, iniziò la stagione successiva con una rivoluzione. Arrivarono due attaccanti promettenti ma praticamente sconosciuti: Edin Dzeko e Grafite. Il cigno bosniaco venne acquistato dal Teplice in Repubblica Ceca, mentre il brasiliano dal Le Mans e solo 2 anni prima aveva vinto la Coppa Intercontinentale con il San Paolo, in coppia con Josuè, altro titolare inamovibile di quel Wolfsburg.
In rosa anche 2 italiani: Andrea Barzagli e Cristian Zaccardo, entrambi campioni del mondo. «È stato nel Wolfsburg che ho iniziato a fare sul serio. Ho cambiato mentalità, Magath era un martello. Grazie a lui ho iniziato ad allenarmi al 100%. Ogni tanto scattavano le punizioni e una volta, siccome pensava mi fossi allenato male, mi costrinse a fare una salita portando Madlung sulle spalle. Uno svedese alto 1,93 m e pesante più di 90 kg», ha dichiarato Barzaglione proprio poche settimane fa.
Quella squadra ha interrotto l’egemonia del Bayern vincendo la Bundesliga per la prima volta nella sua storia e concludendo la stagione con 2 attaccanti ai primi 2 posti della classifica marcatori (Grafite 28, Dzeko 26).