Ciò che viviamo da bambini ci resta dentro per sempre. La nostalgia di quei momenti, la libertà di quegli anni. E i giochi, i più disparati, che dentro di noi non smettono di divertire neanche quando raggiungiamo l’età della giacca e della cravatta. Chiedere a Paulo Dybala che, seppur giunto ai massimi livelli, trova riparo e concentrazione nel Lego. Mattoncino su mattoncino, la Joya si rilassa nella sua Torino. «Il Lego è la mia passione», ha raccontato tre anni fa a Il Corriere della Sera. Un passatempo che ha scoperto in Italia: «Ho cominciato l’anno a Palermo e mi piace tantissimo». Ama anche il biliardo – «Mi piace giocare e se Allegri vuole sfidarmi lo invito a casa mia. A basket mi ha fatto fare il raccattapalle…» – ma durante la settimana mette insieme i pezzi colorati. «Antonella (la fidanzata, conosciuta su Facebook in Argentina, ndr) compra le scatole e mi aiuta. Io mi rilasso, penso ad altro. E pezzo dopo pezzo costruisco qualcosa di bello: proprio come nel lavoro», ha spiegato Dybala.
Un amore, quello per il Lego, che non ha mai nascosto neanche ai compagni, tanto che una delle ultime costruzioni – un carrarmato in mattoncini – gliel’ha regalata proprio Alejandro Gomez. Il Papu, connazionale e compagno nell’Albiceleste. Per trovare mentalità e serenità in vista della partita non importa quindi fare voli pindarici. Basta tornare bambini, partire dal basso e gioire delle piccole cose. Così, Dybala, nella sua casa di Torino, tra un Lego e l’altro, insegue il sogno di vincere la Champions League.