Sampdoria-Atalanta, sulla scia di Atalanta-Cagliari, ha portato subito all’occhio un dato: la squadra di Gasperini non è andata in goal nelle ultime due giornate di campionato (mai successo prima d’ora in questa stagione). La spia d’emergenza in casa Atalanta è stato anche il simbolico gesto del Papu, con quel pallone calciato il più lontano possibile, sul finire della partita del Ferraris. Una bestemmia per il credo di Gasperini. Ma quello nerazzurro (in bianco per la 2° gara di fila in campionato) rimane solo un segnale, non un allarme vero e proprio.
Allarme anche giustificato, in parte, dal pacchetto assenze, Ilicic e Zapata su tutti. In particolare quella di Duvan (dall’ottava giornata di campionato in poi), che fino alla settimana scorsa non era apparsa così evidente. L’attacco nerazzurro, infatti, a parte le ultime tre partite (due di campionato e una di Champions) non ha smesso di produrre occasioni da rete e centellinare la casella dei goal fatti. Ne sono testimonial, in questo senso, Lazio, Udinese e Napoli, squadre alle quali l’Atalanta ha rifilato rispettivamente tre, sette e due reti (per un totale di 12 goal in 3 partite). Ma anche il pareggio interno contro il Manchester City lo può testimoniare, arrivato con un goal di Pasalic ad aprire il match.
I numeri, però, raccontano tutt’altro. Parlano di una Dea calata nella media dei punti a partita (da 2,28 con Zapata a 1,2 in sua assenza), fino alla media dei goal messi a segno (da 2,6 per ogni match a 2,3). Nonostante Muriel, l’Atalanta ha bisogno del reintegro completo di Zapata, rientrato in gruppo da martedì e pronto a mettersi in gioco per arrivare carico alla sfida con la Juventus in programma subito dopo la sosta.