È da poco iniziata la conferenza stampa di Francesco Acerbi nell’aula magna di Coverciano. Il difensore biancoceleste ha toccato più argomenti partendo dalla Nazionale e dai giocatori che ne fanno parte, passando per la Lazio fino ai ricordi ‘drammatici’ come la partita Italia-Svezia, costata agli azzurri la mancata qualificazione ai mondiali. Il difensore ha anche parlato di sé stesso rispondendo alle domande dei giornalisti presenti alla conferenza.
IL RICORDO DI ITALIA-SVEZIA – «Ero a casa di un amico quando guardavo quella partita, me la ricorderò per sempre. Alla fine ero incredulo perché speravo sempre che qualcuno facesse goal, invece non è successo e ci sono rimasto veramente male. Ma è passato, siamo agli Europei e guardiamo avanti: prendiamo spunto dagli errori ma bisogna andare oltre».
SULLA NAZIONALE – «Ci sono ragazzi giovani e forti. Castrovilli è sotto gli occhi di tutti, sapevamo che potesse arrivare la sua occasione. Cistana l’ho conosciuto 2-3 anni fa e lo feci allenare con il mio preparatore a Forte dei Marmi. In due anni l’ho trovato in Serie A: ha grande voglia ed umiltà. Deve andare avanti così, deve crescere».
PARENTESI LAZIO E IMMOBILE – «È un amico e un grande attaccante, spero faccia ancora tanti gol. È importante nella Lazio, anche quando segna di meno. Se andasse avanti così, sarebbe da Pallone d’Oro. Speriamo continui in questo modo, perché merita tante gioie».
LA PERSONALITÀ DI ACERBI – «Faccio quello che mi dicono di fare, devo rispettare le persone che sono nella società. Siamo pagati da loro, punto. In campo la personalità c’è, ma fuori decide il club. Se fai il contrario, devi accettare le conseguenze che ne derivano. Poi io non ho problemi di personalità… ho una palla (ride, ndr)».