Callum Hynes aveva in mente solo una cosa: il compito di matematica. Anestetizzata l’euforia, in lui era rimasta l’ansia per il test del giorno dopo. Stava viaggiando in macchina dal New White Hart Lane verso casa, in mano una torcia puntata sul libro e in testa numeri e formule. Nel frattempo, all’interno della pancia dello stadio, un uomo era in cerca del quindicenne: José Mourinho. Prova a contattarlo, invano. Callum era già di rientro, il giorno dopo avrebbe avuto una verifica importante.
Mourinho e il raccattapalle, la scuola annulla la verifica
«Non riesco ancora a credere a quello che è accaduto – ha raccontato il ragazzo al sito del Tottenham – perché Mourinho mi aveva cercato per andare negli spogliatoi al fischio finale, ma avevo il compito di matematica il giorno dopo ed ero in viaggio verso casa con una torcia accesa per studiare. Per fortuna appena la mia scuola ha saputo cos’era successo, ha accettato di spostare l’esame a giovedì e io sono andato a salutare lui e la squadra». Sì, perché il telefono della madre Keeley ha iniziato a squillare e all’altro capo del filo c’era un invito per il figlio.
È difficile colpire José
«Per fare una cosa del genere devi essere un ottimo raccattapalle e quel ragazzino lo è», ha spiegato Mourinho dopo il fischio finale, aggiungendo: «Sa leggere il gioco, non sta lì soltanto per guardare verso le tribune. Ho anche cercato di invitarlo nello spogliatoio a fine partita, ma è sparito». Che storia.