SUL SUO CAMBIAMENTO – “Sono un tecnico professionista da cinque anni. All’inizio, quando un preparatore o un dottore mi dicevano che un giocatore importante non era al top, mi prendevo dei rischi pur di mandarlo in campo. Adesso non lo faccio più, meglio perderlo per una partita piuttosto che per i due mesi successivi. Ascolto di più i fisioterapisti, i preparatori e il dottore“.