I segreti dietro l’Hellas Verona che sogna l’Europa

by Redazione Cronache
Hellas Verona

Gli elogi e i complimenti all’Hellas Verona e a Juric non sono sprecati, semmai ripetitivi. “Una nuvola in movimento”, la descrizione della squadra di Juric da parte de La Gazzetta dello Sport, “perché rannicchiata ma lesta a distendersi e ad allargarsi o a restringersi secondo necessità”. Filosofie a parte, dietro ai risultati di questa squadra c’è parecchie pratica.

I “SEGRETI”

Il Verona che oggi sogna l’Europa non è stato costruito in un giorno. E no, non c’entra neanche il caso o la fortuna. Questo momento d’oro, mattoncino dopo mattoncino, è stato frutto di lavoro e scelte societarie azzeccate che ora danno i loro risultati. Otto risultati utili di fila, per la precisione, tra cui quattro vittorie e altrettanti pareggi.

JURIC – I numeri lasciano il tempo che trovano, ma servono anche per inquadrare meglio la stagione degli scaligeri. Se l’Hellas Verona non perde dal 7 dicembre, è anche (e soprattutto) grazie alla solidità data da mister Juric, ma anche per i concetti di gioco portati dallo stesso allenatore croato: difesa a tre, un regista esperto come Veloso, due mezze ali nelle ruolo del trequartista e i movimenti del centravanti abile a non dare mai punti di riferimento.

SOCIETÀ E MERCATO – La base solida è stata posta dalla società, con il presidente Maurizio Setti e il direttore sportivo Tony D’Amico abili a costruire una squadra composta da giocatori da rilanciare, calciatori affamati e giovani scommesse. Il risultato è stato una piccola spesa sul mercato (5,5 milioni in estate) che qualche mese dopo ha già dato i suoi frutti triplicati sette volte tanto nelle casse societarie con le cessioni già accordate con i rispettivi club di Rrahmani (al Napoli per 14 milioni) e Amrabat (alla Fiorentina per 20). Sullo sfondo resta anche Kumbulla, la cui valutazione si aggira intorno ai 25 milioni.

SETTORE GIOVANILE – Da non sottovalutare l’importanze del settore giovanile e del lavoro del responsabile Massimo Margiotta. Due esempi su tutti: Zaccagni, arrivato a Verona nel 2013 quando aveva 18 anni ed ora è sul taccuino di tutte le big italiane, ma anche Kumbulla, nato, scoperto e cresciuto con la maglia dell’Hellas.