di Andrea Sperti
Quello tra il Brescia e Roberto De Zerbi è un amore vero, senza compromessi o interessi di alcun tipo. Lui ora allenatore del Sassuolo ed innamorato pazzo del proprio lavoro. Le Rondinelle, invece, alla ricerca di punti salvezza per compiere un impresa che saprebbe di storia.
Lunedì sera Roberto sarà avversario di quella maglia, di quei colori che ha tanto amato e che ha sempre ammesso di tifare. C’è stato un momento, nella stagione 2007/2008, in cui il suo sogno e quello del padre, grandissimo tifoso del Brescia, si realizzarono. Il Napoli, infatti, voleva mandare in prestito il classe ’79, per permettergli di giocare visto che con gli azzurri non trovavo il giusto spazio per esprimersi al meglio. Dalla Lombardia arrivò una chiamata, la chiamata che fece piangere di gioia Roberto dall’altra parte del telefono. Il Brescia lo voleva e lui voleva il Brescia, l’obiettivo di una vita stava per diventare realtà.
A dire il vero, la stagione non andò come avrebbe dovuto. De Zerbi esordì nella sfida contro il Grosseto ed alla seconda gara da titolare segnò il suo primo gol, in quel di Piacenza. La curva era pazza di lui, era come se uno di loro indossasse la loro maglia e quella rete sembrava solo l’inizio di una sceneggiatura da Oscar. In realtà l’annata scivolò via senza troppi sussulti. De Zerbi restava spesso in panchina ed alla fine furono solo 17 le presenze in campionato. Nell’ultimo match, la finale di ritorno dei play off contro l’Albinoleffe, l’attuale tecnico dei neroverdi entrò nel secondo tempo, a risultato compromesso, e per poco non ribaltò la partita da solo, compiendo giocate di alta scuola ed un assist per la rete del definitivo 2 a 1. Il Brescia uscì dai play off, non andò in B e De Zerbi tornò a Napoli, sancendo la fine della sua storia d’amore.
Adesso la sfida è diversa. Roberto è cresciuto, maturato e sa di dover tanto alla sua attuale società. Lunedì sera scenderà in campo per vincere, ma appena vedrà quella maglia sarà impossibile per lui non ripensare al passato. Probabilmente rivedrà nella sua mente il Rigamonti pieno che aspetta il suo ingresso in campo o, forse, il padre Alfredo che lo guarda dalla Curva di quello che è stato sempre il loro stadio. Quella V bianca sullo sfondo azzurro rappresenta il simbolo di una città e di un popolo del quale De Zerbi fa parte e questo nessuna partita da avversario potrà mai cancellarlo.