L’allenatore del Sassuolo Roberto De Zerbi ha parlato ai microfoni di Sky Sport dopo la vittoria sul Brescia.
PARTITA – «Il Brescia ha messo in difficoltà diverse squadre, poi magari ha perso delle partite, ma in alcuni spezzoni di gara ha messo in difficoltà Inter, Napoli e Juve. Oggi era difficile perché giocare senza pubblico è pesante. Ho fatto i complimenti ai ragazzi perché il secondo tempo soprattutto è stato molto bello».
PROSPETTIVE – «Abbiamo tanti giocatori giovani, ma molto forti. Questa estate abbiamo cambiato tanto, circa il 50% dell’undici base. Non era facile ritrovare tutto quello che c’era l’anno scorso. Mi dispiace tantissimo perdere oggi Romagna per infortunio. L’evoluzione deve essere quella di cercare di migliorarsi con ambizione. Alterniamo partite bellissime a cadute rovinose, dobbiamo sempre essere attenti. Anche con questa classifica».
FUTURO – «È già diversi mesi che stiamo continuando a far bene partita dopo partita. Il potenziale di Boga ad esempio non permette di stabilire un limite. Come lui ce ne sono tanti. Fissare un limite a questa squadra sarebbe sbagliato. Non ci accontentiamo di niente, tenendo i piedi per terra però. Accontentarsi vorrebbe dire non credere fino in fondo in questi ragazzi».
TALENTI – «Se resterò, farò di tutto per trattenerli. Cambiarli e trovarne altri con questa qualità è molto difficile. Io sono in scadenza di contratto, non so quello che si prospetterà. Cercheremo comunque di spingere fino a fine anno».
GIOCO EUROPEO – «Non lo so. So che servono determinate caratteristiche e la qualità dei giocatori. Senza elementi indispensabili non si potrebbe giocare la palla e farla uscire pulita da dietro come facciamo spesso. Cerco sempre di partire dalla qualità dei giocatori»
CORONAVIRUS – «Onestamente non lo so. Preparare questa gara è stato difficilissimo, perché lavorare nel calcio in Italia vuol dire avere una responsabilità. A livello sociale il calcio non ricopre quello che ricopre un altro lavoro. Nel mio spogliatoio però ci sono degli uomini preoccupati per le loro famiglie, quindi conciliare il tutto non è facile, così come non è facile riattaccare la spina».