Alejandro Gomez e il coronavirus. Ai microfoni di Radio Club 94.7, il calciatore dell’Atalanta ha parlato della situazione in Italia.
LA VITA – «La routine è cambiata molto. Le scuole sono chiuse e i ragazzi sono a casa. C’è stata una settimana che è stata molto leggera, la gente non capiva davvero il rischio del coronavirus. Sì, stavano chiudendo molte cose, ma non c’era la vera percezione della situazione. La gente usciva a passeggiare come se nulla fosse, andava al ristorante e a fare shopping».
IL DECRETO – «Poi il governo ha fatto il decreto e adesso la gente è chiusa in casa, perché ci sono 300 contagi al giorno, ci sono persone che muoiono. Bergamo è una città fantasma. Le uniche cose aperte sono i supermercati e le farmacie, o puoi fare acquisti su internet e ti portano le cose a casa. Ma per le strade non c’è nessuno, e chi va in giro ha la mascherina. Sembra un film dell’orrore. E non sto esagerando».
IL CALCIO – «Siamo al centro sportivo a parlare con i dirigenti per capire cosa dobbiamo fare rispetto al virus. Finora ci siamo allenati, anche con il campionato fermo, perché avevamo la Champions. Ma siamo nella regione più colpita d’Italia, solo a Bergamo ci sono stati 400 casi. Però si sta sospendendo tutto, il che credo sia la cosa migliore da fare, visto quello che è successo a Rugani e alla Juventus».
STOP AL CALCIO – «È un po’ un caos, perché il calcio muove tanti interessi. E di certo ci saranno pressioni delle televisioni, degli sponsor, ma dipende tutto dal governo e dalla federazione. Al momento, in Italia il calcio è fermo fino ai primi di aprile».