Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha parlato a ‘Radio Anch’io Lo Sport‘, trasmissione in onda su Radio Rai, soffermandosi su diversi temi.
SERIE A – «Non sono in grado di escludere niente. Adesso andiamo avanti con l’idea più ottimistica: definire i campionati e cercare di portarli a termine. Tra tutte le ipotesi ho già preannunciato la non assegnazione del titolo, l’assegnazione tramite la congelazione delle graduatorie o un mini torneo di playoff e play-out. Nessuno allo stato attuale è in grado dire quale sarà il nostro futuro. Se tutto questo dovesse portare con effetto trascinamento alla stagione 2020-21, non escludo che la Serie A possa concludersi in due stagioni diverse».
COPPA ITALIA – «Non ne stiamo più parlando, è un tema che affronteremo più in là. Diamo priorità ai campionati».
RIPARTENZA – «Il 3 aprile è una data troppo immediato per la ripartenza di tutto. Per questo ho pensato a ripartire con il campionato i primi di maggio, ma è una data teorica. Bisogna andare avanti con dei riferimenti di date, sennò rischiamo di essere impreparati».
EUROPEO – «Chiederemo alla Uefa un atto di responsabilità, un contributo da parte di tutte le Federazioni ad un percorso che abbia lo scopo di tutelare la salute degli atleti e dei tifosi. Chiederemo nuove date, il rinvio è l’idea da seguire. L’Europeo a novembre-dicembre? Non ci sono ipotesi al momento, sono riflessioni che richiedono attenzioni. Penso che domani verrà fuori la decisione più responsabile, ma in questo momento non mi immagino una soluzione ideale».
ANNULLAMENTO – «Ogni ipotesi in questo momento è priva di fondamento: lavoriamo su auspici e speranza. L’augurio di tutti è pensare ad un campionato da definire entro giugno, ma è difficile pensare a un qualcosa del genere. Bisogna pensare che dopo questo tsunami la vita continuerà: e lo sport dovrà essere un collate sociale a cui far ritorno».
UNIFORMITÀ – «La chiederemo per tutti i campionati, ma bisogna anche tener conto delle condizioni createsi. Pensate a promozioni e retrocessioni, al livello di organizzazione nei diversi paesi. Questa è una delle tanti riflessioni da fare».