Il segreto del Lipsia si chiama Marcel Sabitzer

by Redazione Cronache

di Giulio Zampini

Per i più disattenti, il nome di Sabitzer può essere balzato all’occhio soltanto nell’ultimo periodo grazie alla doppietta negli ottavi di Champions che nel giro di pochi minuti ha messo al tappeto il Tottenham: due reti, otto in pagella e Lipsia ai quarti. Ma la carriera di Marcel ha radici ben più profonde rispetto ad una sola gara europea.

Chi è Sabitzer

In nazionale oscurato da Alaba e nel club in secondo piano rispetto a Werner, Sabitzer, ventisei anni oggi, ha sempre raccolto meno fama di quella che meritava. Nato da padre d’arte – Herfried, attaccante con una discreta carriera austriaca -, è tra il paese d’origine e la Bundesliga che il classe 1994 ha costruito la sua carriera. D’altronde Austria e Germania confinano non solo geograficamente, ma anche calcisticamente grazie alla Red Bull: è con uno scambio inter-club che Marcel scopre la Bundesliga, con il passaggio nel 2015 dal Salisburgo al Lipsia, entrambe di proprietà della compagnia che produce bevande energetiche.

Il segreto del Lipsia

Dopo cinque stagioni in maglia Die Roten Bullen – dei Tori Rossi -, Sabitzer è diventato un pilastro del club tedesco. Le sue prestazioni hanno seguito le montagne russe dei suoi infortuni, che in cinque anni hanno superato come numero il tempo trascorso in Bundesliga: il più grave una rottura dei legamenti della caviglia, il più ricorrente un infortunio alla spalla che viene e va. Ma non c’è dolore fisico che possa tagliare le ali dell’entusiasmo – e non solo perché è il motto della Red Bull – sulle quali Sabitzer detta i tempi ai compagni e va al tiro con estrema facilità.

La tecnica è il suo pane quotidiano, ma è con la stessa che a volte ci litiga. Sabitzer è bravo a dare del “Tu” al pallone, ma a volte il calcio richiede una certa formalità che il “Tu” non basta più, e allora passare a dare del “Lei” a quello che ha sempre considerato il suo più grande amore gli sembra di vivere in modo distaccato le proprie passioni. Perché il calcio, per Marcel, resta “il lavoro dei sogni. Trascuri gli amici, salti le feste, vai a letto prima dei ragazzi della tua età, ma, credetemi, su quel prato verde si vivono dei momenti che valgono tutti i sacrifici”, come ha più volte ricordato lui stesso.Tre allenatori – Rangnick, Hasenhuttl e Nagelsmann – lo hanno sempre considerato importante, infortuni e tattiche di gara a parte. In altre parole, Sabitzer è e resta l’anima del Lipsia. E come capita tra esseri umani, tutti vedono il corpo dell’altra persona, difficilmente quello che c’è dentro.

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