Il presidente della Figc Giovanni Gravina ha parlato a ‘Radio24‘ sulle decisioni della Uefa prese ieri su come e quando riprendere la stagione. Il numero uno della Federcalcio parlando a Tutti Convocati ha affermato la sua posizione sulle decisioni UEFA riguardanti gli europei e le possibili date per la ripresa del campionato. Gravina inoltre si è espresso anche sulla possibilità Playoff, passando per il taglio stipendi, che sembra sempre più concreto.
SUGLI EUROPEI – «Il rinvio degli Europei era un auspicio condiviso da parte di tutti. Ora abbiamo maggiori possibilità per posizionare alcune date tra maggio e giugno per arrivare alla deadline del 30 giugno che spero possa bastare».
INSODDISFAZIONE LEGHE – «La nostra posizione è quella emersa dal confronto di ieri con tutte le altre 54 Federazione: priorità alle competizioni nazionali, con la possibilità di inserire anche date per competizioni internazionali come Champions ed Europa League. I campionati possono essere gestite in maniera autonoma: in caso di impossibilità di completare tutte le gare si potrebbe ovviare con un cambio di format, così come previsto dalla stessa Uefa che porterà a termine le competizioni proprio con un cambio di format».
SULLE DATE PER LA RIPRESA – «La data più ottimistica è del 14 aprile, poi una ai primi di maggio e l’ultima il 13 giugno. La finale di Champions è prevista il 27 di giugno e l’Europa League il 24 giugno. Poi occorre tener conto anche della decisione di inserire i playoff per gli europei a giugno, quindi tutto si dovrà fermare dall’1 al 9 giugno e questo complica il progetto di distribuzione delle date”»
SUI PLAYOFF – «La nostra partenza è ipotizzata agli inizi di maggio per completare tutti i campionati: chiederemo al Governo e agli organismi internazionali per far sì che possa esserci la possibilità di sforare 10-15 giorni nel mese di luglio. Priorità a continuare i campionati e poi è possibile una modifica di format e quindi probabilmente playoff e playout».
SUL TAGLIO STIPENDI– «Non deve essere un tabù, non può essere un tabù in un momento di emergenza. Bisogna capire che la crisi è per tutti, l’emergenza è per tutti e il nostro mondo è chiamato ad un gesto di grande responsabilità dando contenuti al grande contenitore che chiamiamo solidarietà. Tutti insieme riusciremo a toglierci le zavorre delle negatività e ragionare in ottica di rivoluzione vera nel mondo del calcio”.