In Svizzera 8 giocatori del Sion sono stati licenziati, con effetto immediato, per non aver accettato la riduzione dello stipendio. Il presidente del club, il focoso Christian Constantin, alle prese come tutti gli altri club del campionato con gli effetti dell’emergenza coronavirus, non ha gradito il rifiuto dei giocatori di ridursi lo stipendio.
Con le entrate del club azzerate dallo stop all’attività sportiva e una speciale “cassa integrazione” che in Svizzera interviene in casi del genere, i giocatori avrebbero ricevuto uno stipendio ridotto, pagato in parte dal club e in parte dallo Stato.
Il reclamo dell’Assocalciatori
Una soluzione accettata praticamente da tutti non al Sion, dove 8 calciatori hanno rifiutato la proposta o non hanno risposto entro il termine fissato per ieri a mezzogiorno. L’Associazione svizzera dei giocatori ha già presentato un reclamo per la decisione del presidente, affermando che le cause di forza maggiore legate al coronavirus non sono accettabili. «Prevediamo che questi licenziamenti abusivi saranno immediatamente revocati e che si aprirà una discussione su possibili alternative», si legge in una lettera inviata al Sion. In attesa di vedere l’evolversi della vicenda, se il licenziamento possa essere considerato “per giusta causa” e se ci saranno delle penali, possibile che il caso possa avere ripercussioni o effetti simili anche in altri Paesi o club.