Nel giorno del suo complanno il presidente della Fifa, Gianni Infantino, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport.
SVIZZERA – «Com’è la situazione? Il governo ha preso decisioni simili a quelle italiane, anche se qualche giorno dopo, e forse meno rigide. Purtroppo, i casi continuano a crescere. Io lavoro forse di più. Abbiamo preso decisioni importanti. Ma quello che succede relativizza molte cose, calcio compreso».
RIPARTENZA – «Maggio? Prima la salute. Poi tutto il resto. E il resto, per i dirigenti, significa sperare il meglio ma anche prepararsi al peggio. Senza panico, diciamolo chiaramente: si giocherà quando si potrà senza mettere a rischio la salute di nessuno. Federazioni e leghe siano pronte a seguire le raccomandazioni di governi e Oms. Io ringrazio dottori, infermieri e tutti quelli che rischiano la loro vita per salvarne altre. Loro sono eroi».
FIFA – «Abbiamo dimostrato spirito di cooperazione e solidarietà con Europa e Sudamerica. Ora pensiamo al calendario delle nazionali. E alle modifiche e alle dispense temporanee per i regolamenti sullo status dei calciatori e i trasferimenti. Per proteggere i contratti e adeguare i periodi di registrazione. Servono misure dure. Ma non c’è scelta. Dovremo tutti fare sacrifici, Interventi economici? Certo. Grazie alla nostra solida situazione finanziaria possiamo proporre misure di solidarietà. Dieci milioni di dollari al fondo Oms. Poi l’istituzione di un fondo globale di assistenza al calcio. Grazie agli ultimi quattro anni, la Fifa gode di ottima salute e risorse. Le riserve sono per situazioni di crisi Fifa, ma qui è una crisi del calcio mondiale. E mi sembra ovvio che dobbiamo fare tutto».
MONDIALE PER CLUB – «Non il mio sogno, ma un torneo Fifa per sviluppare il calcio di club mondiale, voluto da tutti i club, compresi i top europei. Quando l’Uefa creò la Champions, trent’anni fa, ci fu l’insurrezione di federazioni e leghe: avevano paura della novità. Ora si dice che è stata una genialata. Siamo di fronte a paure simili e inutili: tutti avranno benefici. Vediamo cosa diranno tra trent’anni. Presto decideremo se giocare la prima edizione nel 2021, nel ‘22 o al massimo nel ‘23. Ma non dimentichiamo una cosa: Solo noi facciamo solidarietà mondiale. Il Mondiale per club e il Mondiale sono l’unica fonte d’introiti per la maggioranza delle federazioni. Senza, in oltre cento paesi non esisterebbero campionati, settori giovanili, calcio femminile, campi. Rinviare il Mondiale per club fa perdere centinaia di milioni alla Fifa e a tutte le federazioni. Abbiamo i mezzi per far fronte a queste perdite. Ma le soluzioni sul calendario internazionale devono tener conto degli interessi di tutti gli stakeholders. È una responsabilità Fifa. Ne parleremo con confederazioni, federazioni, leghe, club, calciatori. Sicuro che tutti siano pronti a fare un passo indietro, come noi».
RECESSIONE – «Si rischia. Serve una valutazione dell’impatto economico globale. Ora è difficile, non sappiamo quando si torna alla normalità. Ma guardiamo alle opportunità. Possiamo forse riformare il calcio mondiale facendo un passo indietro. Con formati diversi. Meno tornei, ma più interessanti. Forse meno squadre, ma più equilibrate. Meno partite per proteggere la salute dei calciatori, ma più combattute. Non è fantascienza, parliamone. Quantifichiamo i danni, vediamo come coprirli, facciamo sacrifici – sarà avvantaggiato chi ha gestito la propria “azienda” in modo sano – e ripartiamo. Non da zero, siamo privilegiati. Ma salviamo tutti assieme il calcio da una crisi che rischia di essere irreversibile».
VAR – «La Var è ormai indispensabile. Se usata come si deve, le critiche si placheranno. Può essere perfezionata, ma il fatto è che in alcuni paesi non rispettano il protocollo Ifab. È importante capire che la Var aiuta l’arbitro, e non che sia un altro a prendere le decisioni».
SERIE A – «Possibile la non assegnazione dello Scudetto? Non sarebbe corretto dire qualcosa. E non è una decisione Fifa. Se mi sarà chiesta, darò la mia opinione. Ma il calcio, e lo scudetto, non mi sembrano ora le cose più importanti».