Genoa, Pandev: «Quando mi ha chiamato l’Inter non ci credevo. Italia la mia seconda casa»

by Redazione Cronache
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Goran Pandev, attaccante del Genoa, ha rilasciato un’intervista a calciomercato.com in cui si è soffermato su diversi temi.

CORONAVIRUS – «Quello che è successo è stato davvero inaspettato, ci ha fatto capire tante cose. La vita che cambia in un attimo. All’improvviso abbiamo perso la normalità e la serenità. Stiamo in casa tutto il giorno sperando che questo virus rallenti e sparisca. La nostra professione ci porta a stare poco con la famiglia e quantomeno posso godermi i miei tre figli e mia moglie Nadica. Provo ad essere sereno anche per loro e grazie a loro. Tutto questo tempo ci da occasione di riflettere. I bambini sono tranquilli, hanno capito il problema. Speriamo che presto si possa tornare alle nostre vite.  Ci mancano le cose che sembravano scontate: un abbraccio, una passeggiata, una partita di pallone… Alle fine di questa brutta storia le apprezzeremo di più».

VOGLIA DI TORNARE – «Manca tanto il campo, la mattina, gli allenamenti, la vita professionale, le partite che ti tolgono l’energia. Tutto questo manca tanto. Mi manca la sensazione di portare un pò di gioia nella vita della gente. Vedere la gente felice, è questo l’aspetto più bello e importante per un calciatore. Il calcio si gioca per i tifosi. Giocare a porte chiuse come abbiamo fatto noi contro il Milan è stato triste».

INTER – «Quando mi ha chiamato il presidente del Belasica, la squadra in Macedonia dove sono cresciuto, e ha detto che l’Inter mi voleva, non ci credevo. Non sapevo cosa fare, sono andato a casa dei miei genitori e anche loro non ci credevano e mi dicevano, che stai dicendo? E invece era tutto vero. Sono andato a Milano con mio papà e con il presidente del Belasica e ho firmato il contratto, così cominciata così la mia avventura in Italia che non è mai finita. Sono passati vent’anni, gli anni più belli della mia vita. Ho tanti ricordi davvero. L’Italia è la mia seconda casa. E la cittadinanza italiana per me e per la mia famiglia, un altro grande traguardo».

COMPAGNI D’ATTACCO – «Nella carriera ho incontrato tanti campioni, non saprei scegliere un nome. All’Inter in attacco ho giocato con Eto’o, Milito, Sneijder, gente fortissima. A Napoli con Cavani, Hamsik, Lavezzi, Higuain. Alla Lazio con Rocchi, Di Canio, Inzaghi che mi hanno aiutato molto. All’inizio della carriera ad Ancona, con Hubner e Ganz. Fino ad allora li avevo visti solo in tv. Senza di loro non sarei mai migliorato. Ho cercato di prendere qualcosa da ognuno di loro e quegli insegnamenti sono rimasti in testa»