Il trequartista della Sampdoria Gaston Ramirez, intervistato oggi da Il Secolo XIX, ha detto la sua sulla questione del taglio agli stipendi: «È dura pensare a ripartire dopo tutto questo. Io non gioco una partita da quasi due mesi, dal 16 febbraio contro la Fiorentina, perché poi mi sono trascinato dietro la squalifica in tutti quei rinvii. Penso che oggi sia più importante pensare alle famiglie che ai problemi del calcio. A volte l’essere umano finisce con il sacrificare l’onestà sull’altare del soldo, del business. I soldi in questo momento servono a una cosa sola, aiutare i medici, gli infermieri, la ricerca scientifica, acquistare le mascherine e i macchinari. Togliamoci i soldi, sì, ma con questa finalità. Invece sento parlare tanto di diritti televisivi, di tagli agli stipendi, di mancati guadagni, come se solo il mondo del calcio stesse perdendo dei soldi».
TERMINARE LA STAGIONE – «Finirla qui e ripartire a 22. Ci farebbe crescere come persone. Se la Juve o la Lazio o l’Inter ritengono di dovere discutere per l’assegnazione dello scudetto, affari loro. È un’altra storia. A maggio magari riparti, sperando che non si ammali più nessuno, poi finisci a luglio se non ad agosto… e poi devi ripartire subito perché il calendario della prossima stagione è già incasinato. Chi pensa a come finire questa stagione lo fa esclusivamente per i soldi, il business. Infischiandosene della salute».