Ma quanto era bella la Fiorentina della B2

by Cesare Ragionieri

di Cesare Ragionieri

Durò soltanto una stagione, ma la coppia d’attacco formata da Roberto Baggio e Stefano Borgonovo fece innamorare Firenze. Era la stagione 1988-89, Antognoni aveva lasciato da un anno la Fiorentina per chiudere la carriera in Svizzera e i tifosi viola avevano bisogno di nuovi eroi in cui credere e per cui tifare. La B2, come fu subito ribattezzata in riva all’Arno, fu l’anima di quella Fiorentina. I gemelli del gol segnarono da soli 29 dei 44 gol totali: 15 il Divin Codino, 14 Borgogol. Oltre ai due, però, c’era anche altro. A cominciare da Dunga, vera e propria anima del centrocampo: un brasiliano ‘europeo‘, per il suo modo di pensare il gioco del calcio. Accanto a lui Cucchi, il partner perfetto per il futuro capitano della Seleçao. Tra i pali Landucci, mentre al centro della difesa c’è l’altro straniero della squadra: si tratta dello svedese Hysen, che fa coppia con Battistini.

Lo scenario

Facciamo un passo indietro: nell’estate del 1987 Sven Goran Eriksson è scelto dai Pontello per guidare la nuova Fiorentina. Nella sua prima stagione la squadra alterna ottimi risultati davanti al pubblico del Franchi a sonore sconfitte lontano dai propri tifosi. A rubare l’occhio, però, è quel giovane ricciolino con la numero 10 sulle spalle, un numero che in riva all’Arno ha un significato davvero speciale. La Fiorentina chiuderà la stagione a metà classifica, all’ottavo posto: la Serie A era ancora a 16 squadre e pare davvero un’altra epoca rispetto a quella di oggi. L’estate del 1988 verrà ricordata per il gran rifiuto di Nicola Berti, che decise di non accettare la proposta di rinnovo della società e fu ceduto all’Inter. La dirigenza trascorse buona parte del mercato a cercare di trovare un attaccante da affiancare a Baggio: ne arriveranno ben due. Uno, il più esperto, è Roberto Pruzzo, che proprio con Eriksson aveva vissuto l’ultima stagione di livello della sua carriera (19 gol nell’85-86). L’altro, il più giovane, è Stefano Borgonovo: arrivava in prestito dal Milan, che l’aveva acquistato nel 1986 per quattro milioni di lire, e nelle ultime due stagioni aveva giocato con la maglia del Como (3 reti in 33 apparizioni). In molti ancora non lo sapevano, ma stava per nascere una delle coppie-gol più avvincenti della storia della Fiorentina: Baggio-Borgonovo, la B2.

Il campionato della squadra di Eriksson inizia nel peggiore dei modi, con la visita al Milan campione d’Italia. Vinceranno i rossoneri, anche se il 4-0 finale è un risultato fin troppo severo. Alla seconda giornata, però, la B2 entra in scena ed è la protagonista della vittoria per 2-1 contro l’Ascoli. Al 6′ Borgonovo la sblocca, al 18′ ecco il raddoppio di Baggio che rende inutile il gol degli ospiti segnato nella ripresa. La Fiorentina, trascinata dai suoi due attaccanti, vince anche a Cesena e in casa contro il Torino, prima di conoscere il primo vero periodo difficile del suo campionato con due punti in quattro partite. Il trend della stagione sembra seguire quello della precedente: bene in casa, male fuori.

Borgogol

La svolta arriva con il 3-0 rifilato alla Lazio all’inizio di gennaio, che fa da anticamera a quella che a Firenze è dintorni è considerata la Partita: Fiorentina-Juventus. Un pomeriggio, quello del 15 gennaio 1989, destinato ad entrare nella storia del club viola. Intorno alla mezz’ora i bianconeri passano in vantaggio col colpo di testa di Rui Barros, ma prima dell’intervallo Baggio riporta il risultato in parità dagli undici metri. Nella ripresa l’equilibrio regna sovrano e il pareggio sembra un risultato soddisfacente per entrambe le squadre. Fino all’89, il minuto che cambierà la storia di Borgonovo con la maglia della Fiorentina. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo Battistini prolunga il pallone sul secondo palo, dove ci arriva l’attaccante di proprietà del Milan che la mette dentro. Il Franchi esplode e Borgonovo, in quel preciso istante, diventa Borgogol.

Il ritorno di Berti

Il campionato della Fiorentina prosegue tra alti e bassi: diverse volte la squadra di Eriksson avrebbe la possibilità di fare il salto di qualità, ma scivola sempre sul più bello. Ma all’orizzonte si staglia la partita del Franchi contro l’Inter, quella che – assieme alla sfida contro la Juventus – sarebbe entrata nei ricordi dei tifosi viola.

In quella stagione Fiorentina-Inter è attesa per il ritorno a Firenze di Nicola Berti, il calciatore più odiato in quel momento dai tifosi gigliati. Il Franchi è pieno come non mai, c’è una certa tensione nell’aria in quel pomeriggio metà febbraio. I nerazzurri la sbloccano dopo un quarto d’ora con il rigore di Matthaeus, ma quando Baggio pareggia al 33′ Berti è già in panchina. Trapattoni, all’epoca tecnico dell’Inter, lo ha sostituito dopo mezz’ora. Per la Curva Fiesole, che nei suoi confronti aveva preparato uno striscione e più di un coro, è quasi come una vittoria: ma il bello, per la Fiorentina e i suoi tifosi, deve ancora arrivare. Spaesato e palesemente fuori partita, sull’erba del Franchi Berti sbarella: non si sarebbe mai immaginato un astio del genere nei suoi confronti.

Nella ripresa Cucchi porta in vantaggio la Fiorentina, ma la doppietta di Serena riporta avanti l’Inter. I nerazzurri arretrano e si consegnano alla squadra di Eriksson, che al 73′ trova il gol del 3-3 con Borgonovo. Che si ripete a 5′ dalla fine, approfittando di un clamoroso errore di Bergomi per far esplodere il Franchi e legittimare ancora di più il suo soprannome, Borgogol.

La corsa all’Europa e la fine della B2

Il girone di ritorno inizierà come quello d’andata per la Fiorentina, con la sconfitta al Franchi contro il Milan. Ma il cammino europeo dei rossoneri, culminato con la vittoria della Champions League, apre le porte per una qualificazione Uefa anche a chi arriva al settimo posto. La Viola ci crede e macina risultati, arrivando a tre gare dalla fine con quattro punti di vantaggio sulla Roma. Il calendario mette in programma proprio lo scontro diretto tra i giallorossi e la Fiorentina: al Flaminio, nonostante l’uomo in meno, la squadra della Capitale trova il gol della vittoria a 5′ dalla fine che riapre la corsa all’Europa. Alla penultima giornata Fiorentina e Roma, frenate dalla paura, pareggiano 0-0, rispettivamente contro Bologna e Verona. In classifica la squadra di Eriksson conserva ancora due punti di vantaggio, che dovrà difendere all’ultima giornata contro l’Inter già laureatasi campione d’Italia. I nerazzurri non fanno sconti alla Fiorentina e vincono 2-0, mentre la Roma batte l’Atalanta 2-1 e raggiunge la Viola in classifica. Con le squadre a pari punti, è necessario lo spareggio per avere il nome di chi andrà in Europa.

Dopo che Cagliari, Cesena e Pescara si tirano indietro, la città scelta è Perugia. Eriksson è senza lo squalificato Borgonovo: al suo posto dà fiducia a Pruzzo, che non farà rimpiangere la scelta del suo allenatore. L’ex Roma, su assist di Baggio, segnerà proprio alla sua vecchia squadra l’unico gol di quella stagione, una rete che consegna alla Fiorentina una vittoria importantissima. In Europa ci va la Fiorentina, che nella stagione successiva sarà protagonista di un cammino europeo di livello, culminato con la sconfitta nella doppia finale con la Juventus.

Alla fine della stagione, nonostante la volontà di rimanere in riva all’Arno, Borgonovo è richiamato al Milan. Due reti il suo bottino del 1989-90, arricchito però dalla rete contro il Bayern Monaco in semifinale di Champions League che vale l’accesso alla finale. Dopo l’addio di Baggio nell’estate del 1990, la nuova Fiorentina di Mario Cecchi Gori riacquista Borgonovo, ma senza il Divin Codino la seconda esperienza a Firenze non è altezza dell’aspettative. Segnerà 7 gol in due stagioni, per poi lasciare definitivamente e trasferirsi al Pescara.

‘La Stronza’

Baggio e Borgonovo non si perderanno mai di vista e si riabbracceranno, davanti a un Franchi gremito, l’8 ottobre del 2008. Borgogol, com’è ricordato a Firenze e dintorni, sta combattendo da ormai due anni contro la SLA (sclerosi laterale amiotrofica), che lui chiama ‘la Stronza‘. Fiorentina e Milan, le due grandi squadre della sua carriera, organizzano una partita benefica, il cui ricavato è devoluto alla ricerca contro la malattia. Borgonovo entra nel Franchi su una sedia a rotella, spinto da Baggio e idealmente da tutti gli appassionati di calcio. Perché una scena del genere non può non unire tutti sotto un’unica bandiera. Emblematiche, in tal senso, le parole del Divin Codino il giorno della morte di Borgogol: «E sai qual era allora la mia gioia più grande? Forse non te l’ho mai detto: mandarti in gol con un assist e vedere nei tuoi occhi un’infinita felicità. È il ricordo di quella felicità che oggi, caro Stefano, riesce a compensare il dolore per la notizia della tua morte». Borgonovo, infatti, perderà quella battaglia in una calda giornata di fine giugno del 2013, ma il suo ricordo – così come quello della B2 – rimarrà per sempre vivo nella mente dei tifosi della Fiorentina.

B2 per sempre

La coppia Baggio-Borgonovo rimarrà per sempre impressa nella storia della Fiorentina. Un amore d’altri tempi, effimero ma allo stesso tempo travolgente. Due giocatori la cui carriera sarà diversi, quasi agli antipodi: il Divin Codino lascerà Firenze per la Juventus, dove vincerà il Pallone d’Oro e si consacrerà come uno dei giocatori italiani più forti di sempre. Borgogol invece, tornerà al Milan senza incidere, cominciando un lungo tour tra le squadre di provincia caratterizzato da (pochi) alti e (tanti) bassi. Eppure, in quella stagione, i due crearono un’alchimia tanto breve quanto intensa: trascinati dall’amore di Firenze, in campo Baggio e Borgonovo erano uno strano e meraviglioso tutt’uno. L’intesa era meravigliosa e i due si trovavano senza guardarsi: Roberto danzava sul pallone, Stefano lo buttava in rete. E il Franchi, come suo solito, ruggiva d’amore.