Senza calcio, la nostalgia per le vecchie glorie riaffiora giorno dopo giorno. Una di queste riguarda Philipp Lahm, considerato ormai “ex calciatore” da tre anni – l’ultima partita nel maggio del 2017 con il suo Bayern Monaco. Da allora, di lui soltanto il ricordo che la sua ventennale carriera a tinte quasi uniche – due maglie in carriera: Bayern e Stoccarda – ha lasciato in eredità.
I record di Lahm
Con piedi da centrocampista e polmoni da terzino, Lahm ha vinto tutto quello in cui si poteva gareggiare, sia con il club che con la nazionale. Sono molti i record lasciati dal tedesco, a cominciare da quello curioso che esalta la sua correttezza in campo: da settembre 2014 a ottobre 2015, più di una stagione calcistica, Lahm non ha commesso nemmeno un fallo in Bundesliga. Una cosa non da poco per chi deve anche impedire sul nascere il gioco avversario.
Ma la questione si ingigantisce se consideriamo tutta la carriera: Philipp non è mai stato espulso – nonostante 713 gare tra club e nazionale! Un capitano simbolo, capace di meritarsi un complimento simile da Pep Guardiola, suo allenatore dal 2013 al 2016: «Philipp è il giocatore più intelligente con cui abbia mai lavorato». Un vincente anche al di fuori della sua onestà. Altrimenti non si diventa il calciatore con più campionati vinti – in questo caso la Bundesliga – aggiudicati per ben nove volte, alla pari dell’ex compagno di squadra Ribéry.
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Una vita tra i trofei
«Philipp è il professionista perfetto e dà sempre il massimo. È una figura fondamentale perché puoi sempre parlarci. Da quasi 10 anni è costante e affidabile. Si prende le sue responsabilità, è comunicativo ed è un leader naturale», ha detto Joachim Low, CT che insieme a Lahm ha alzato la coppa del Mondo in Brasile, dove viene inserito per la terza volta consecutiva nella top-11 di un Mondiale dopo quello del 2010 in Sudafrica (dove a causa dell’infortunio di Ballack diventa capitano) e del 2006 in casa (in cui ha segnato il primo gol della competizione contro la Costa Rica).
Il bellissimo gol che aprì il Mondiale 2006