Luis Alberto, trequartista della Lazio, ha parlato a Lazio Style Radio, la radio ufficiale del club biancoceleste.
IL MOMENTO – «Mi manca troppo il pallone. Ora faccio solo cose che non mi piacciono: corro, lavoro sulla forza e faccio piscina. Mi alleno anche con mia moglie, abbiamo iniziato a fare yoga. Faccio due sessioni al giorno, a volte anche tre».
GLI STIMOLI – «La testa è rimasta sul campionato, non è colpa nostra questa crisi. La mentalità deve rimanere quella che abbiamo sempre avuto. Dobbiamo continuare a lottare».
MEGLIO ASSIST O GOL – «Mi piacciono i tre punti (ride, ndr). Immobile mi dovrà fare un regalo, dovrà spendere un po’ di soldi. Ha più anni e ne ha di più in banca, magari mi prende un rolex (ride, ndr). Tornando seri, spero che faccia 40 gol il prima possibile».
LA PARTITA DELLA SVOLTA – «Penso dopo Lazio-Atalanta. In quella settimana ne abbiamo giocate e vinte tre contro Fiorentina, Torino e Milan, da lì è cambiato tutto. Ce lo siamo anche detti tra compagni e così è stato. Quando gira tutto bene, alcune volte vinci all’ultimo come successo a Cagliari. Abbiamo cambiato poco, lavoriamo da tempo con lo staff e il mister ci conosce bene. Siamo una famiglia e ci troviamo bene a giocare a calcio».
LA SUPERCOPPA – «Le emozioni ci sono perché abbiamo vinto la Supercoppa, ma non mi è piaciuto giocare lì. Nel calcio devono esserci i tifosi, avrei preferito giocare in casa della Juve. Questo sport non è solo per noi giocatori, è per tutti. Quando si gioca in un paese così lontano non è la stessa cosa, è tutto più strano, anche i festeggiamenti dopo la partita. Noi però non possiamo farci niente, è una questione di soldi».
LA SQUADRA – «Parliamo tutti nel gruppo, ci chiediamo cosa dovremmo fare. Siamo una squadra unita, una vera famiglia e tutti pensiamo sempre alla collettività. La nostra mentalità è cambiata. La Nazionale? Ci penso molto, ma adesso la priorità è la salute. Io sono tranquillo, spero di alzare il livello quando torneremo a giocare. Mando un saluto a tutti i laziali, magari ci rivedremo tutti a festeggiare all’Olimpico».