di Andrea Sperti
Sapersi distinguere è fondamentale, ce lo insegnano fin da piccoli. Prendere da esempio qualcuno va bene, ma poi è necessario camminare con le proprie gambe, facendo le proprie esperienze e diventando solo quello che realmente si è, senza la smania di somigliare per forza a qualcuno. Luis Muriel, 29 anni oggi, è cresciuto con un paragone ingombrante sulle spalle, di quelli che difficilmente ti togli di dosso e che per tutta la carriera ti rendono un eterno incompiuto, come se tutto quello realizzato non fosse mai abbastanza. Tutti lo hanno definito il nuovo Ronaldo, nella speranza che ne potesse ripetere le gesta, non accorgendosi che il nuovo di qualcosa già passato non esiste.
Gli inizi: dalla Colombia ad Udine
Eppure Luis ne ha fatta di strada. È partito da un piccolo comune di 25000 anime ed è arrivato in Serie A, pronto a giocarsi la Champions League con una delle squadre rivelazione di questa stagione. Nel mezzo tante storie, tutte diverse, che si mescolano componendo un puzzle difficile da interpretare. Da piccolo il classe ’91 ha avuto sempre e solo il pallone in testa. I soldi in famiglia non sono stati mai tanti ed allora ha dovuto fin da subito ingegnarsi per trovare il modo di comprare il biglietto del bus che lo portasse al campo di allenamento. Inizialmente ha venduto le frittelle che preparava la nonna, poi i biglietti della lotteria, urlando per strada pur di guadagnare il denaro utile ad alimentare l’unico sogno della sua vita
Nel 2010 i talent scout dell’Udinese lo hanno notato, decidendo di portarlo in Italia. Muriel è arrivato in Friuli, ma in realtà è stato subito spedito a Granada, per maturare ed iniziare a capire realmente cosa significasse essere un calciatore professionista. In Spagna non è riuscito ad imporsi come sa, ma poco male, perché di lì a poco è arrivata Lecce, anzi il Lecce, grazie al quale l’attaccante colombiano ha saputo farsi apprezzare in Italia ed all’estero.
Lecce, Udinese, Sampdoria, Siviglia, Fiorentina: tutte le esperienze di Luis
Nel Salento, in realtà, si è visto un giocatore fuori dal comune, capace di accelerazioni fulminanti (durante Lecce-Inter riuscì a recuperare e superare in velocità Walter Samuel) e gol incredibili, su tutte la rete segnata alla Roma da fuori area, nel 4 a 2 dei salentini sulla compagine allenata da Luis Enrique. Nonostante la retrocessione sul campo, Muriel ha impressionato tutti ed, insieme al suo amico e compagno di squadra e Nazionale Juan Cuadrado, è diventato l’oggetto dei desideri di mezza Europa.
Le esperienze successive con Udinese, Sampdoria, Siviglia e Fiorentina hanno ancora di più rafforzato l’idea che questo ragazzo potesse potenzialmente diventare uno dei giocatori più forti al mondo. Velocità fuori dal comune, precisione nella conclusione e grande dribbling, hanno sempre contraddistinto il colombiano. Qualche infortunio di troppo, misto ad una non perfetta forma fisica e ad una passione smisurata per il cibo, hanno reso Muriel meno determinante di quello che in effetti sarebbe potuto essere.
L’Atalanta ed il maestro Gian Piero Gasperini
“Può ma non si applica”, l’espressione che in molti si sono sentiti ripetere dai professori alle scuole superiori, rappresenta la perfetta sintesi della carriera del classe ’91. L’unico maestro, rimanendo in tema, che sembra avere la possibilità e le capacità di cambiare un destino già scritto è proprio Gian Piero Gasperini, attuale allenatore dell’attaccante colombiano. Il mister dei bergamaschi ne sta centellinando l’utilizzo. Schiera Muriel spesso a partita in corso, per dare il colpo di grazia alla stanche difese avversarie, permettendogli di scatenare, in un arco di tempo più breve, tutta la sua enorme qualità. Luis, dal canto suo, pare rispondere bene a questi stimoli. Ha già segnato 13 gol, superando il suo record personali di reti in Serie A in una stagione, ed è il miglior marcatore da subentrato in campionato con 7 segnature. In vista della possibile introduzione delle 5 sostituzioni alla ripresa del campionato, il colombiano potrebbe davvero essere l’arma in più degli orobici, che saranno impegnati anche in Champions League. Non sarà il nuovo Ronaldo ed anzi è giusto che non lo sia. Luis Muriel è Luis Muriel e nessun altro, anche perché non è mica poco.