Aleksandar Kolarov, esterno della Roma ha parlato ai microfoni di DAZN raccontando qualche aneddoto e i suoi progetti futuri.
LE PUNIZIONI – «Come ho cominciato a calciare punizioni? Mio fratello ed io da piccoli giocavamo sempre in cortile. Il nostro cancello di legno aveva un angolo in alto a sinistra e se lo colpivi faceva un gran rumore. Tutte le volte che lo prendevamo i vicini si arrabbiavano e cominciavano ad urlare. Io cercavo di colpirlo sempre».
COSA SERVE – «Ci vuole talento, il piede ma dipende tanto da come ti alleni. Penso sia troppo importante la rincorsa. Se mi metto bene col corpo vedo la barriera, il portiere e cerco di mettermi bene per mettere bene il piede, così il pallone lo prendo come voglio io. Se mi metto bene, se mi sento comodo quando prendo la rincorsa ci sono tante possibilità che il portiere la prenda dalla rete».
LA PUNIZIONE PREFERITA – «Se devo sceglierne una, mi è piaciuta tanto quella con il Bologna. Era una partita che dominavamo e, dopo un paio di minuti nel secondo tempo l’ho aperta io e poi l’abbiamo vinta all’ultimo secondo. Se devo sceglierne una, dico questa».
IL FUTURO – «Penso da tempo a cosa farò nel futuro. Ho alle spalle la maggior parte della mia carriera, mi vedo ancora come giocatore, posso dare tanto, mi sento bene fisicamente. Sono concentrato sul campo. Dopo la fine della carriera mi vedo sicuramente nel calcio, questo è poco ma sicuro. Sul ruolo non sono sicuro, ho ancora due anni per pensarci»