Paolo Maldini, nonostante i numerosi titolo in bacheca ottenuti con il Milan, dall’alto della sua modestia e dopo un’ “analisi accurata”, come l’ha definita lui stesso, nella diretta di ieri sera con Vieri, si è dichiarato il calciatore più perdente della storia. Maldini racconta la sua teoria, ricordando di averla pensata per la prima volta in una riunione con Boban e Massara a Milanello: «Pensando ai 25 anni di carriera e a quanto ho vinto, non ho mai pensato ad andare via dal Milan. Sono milanese, milanista. Sono nato con questi colori. Per andare via da quel Milan serviva che il giocatore volesse andare via e che la società ti voleva vendere.Sono il giocatore più perdente della storia. Ho vinto tantissimo, ma ho perso tre finali di Champions, una finale di Supercoppa Europea, tre Intercontinentali, un Mondiale, un Europeo, una semifinale Mondiale… Ho avuto la fortuna di vincere tanto, ma ho visto tante finali perse. Fanno parte del gioco, ho accettato questo. Forse il momento più brutto è quando siamo usciti a Marsiglia, non meritavamo, ma non è stato giusto uscire dal campo lì. Come Federer, è considerato il più perdente… In Nazionale ho avuto grandi squadre, occasioni ma… Niente. Ho perso ai rigori, mentre nel 2006 la Nazionale ai rigori ha vinto. Quando nel 2006 Lippi mi chiamò, dissi di no per rispetto nei confronti di Trapattoni. Quando l’Italia vinse la finale di Berlino contro la Francia, dissi ‘ok, sono sfigato’».