Juventus, Bernardeschi: «Vi racconto la mia giornata in quarantena»

by Redazione Cronache

Federico Bernardeschi, esterno d’attacco della Juventus, si è raccontato in una lunga intervista a The Athletic.

CORONAVIRUS – «Ogni mattina alle 8.30 guardo il tg, è la prima cosa che faccio. Credo che l’informazione sia veramente importante, sapere cosa sta accadendo intorno a te, qual è il momento di difficoltà e avere una speranza ogni mattina di sentire notizie e cose positive che magari al giorno prima non c’erano. Ne stiamo venendo fuori piano piano ma ancora c’è tanto da fare. Medici? Ho i brividi mentre racconto quello che fanno con gli infermieri per aiutare il prossimo. E’ un miracolo umano quello che stanno continuando a fare per tutta la popolazione».

ESSERE BUONISTA – «Per me è un complimento. Nel mondo di oggi credo dovrebbe esserci più umanità e meno egoismo rispetto a tutte le scelte e tutte quelle che sono le decisioni più importanti di noi a livello governativo e politico. Bisognerebbe pensare di più a quelle famiglie che in questo momento sono in difficoltà invece che vedere il proprio orticello di casa, questa situazione spero ci abbia fatto capire questo».

LA GIORNATA TIPO – «Mi alzo verso le 8.30, mi preparo e faccio colazione, prendo la mia bimba in braccio e mi aiuta, le faccio vedere tutto quello che faccio. Sto un’oretta con lei dopodiché mi vado ad allenare per la prima seduta in casa. Dopo l’allenamento mi faccio una doccia, pranzo e dopo sto tutto il pomeriggio, dalle 1 alle 6 con la mia bimba. Giochiamo, poi lei si riposa un po’ e io guardo un po’ di tv. Cosa? Serie tv: La Casa di Carta e The Last Dance. Dopo la seconda sessione mangio con la bimba e la mia compagna e poi la sera mettiamo la bimba a dormire e ci rilassiamo sul divano, guardiamo dei film e andiamo a letto perché la bimba ci ha distrutto»

FUTURO – «Mi ha colpito vedere tutta l’Italia alle sei di sera che si è messa sul balcone a cantare l’inno, tutti insieme. Vuol dire che come paese siamo uniti, siamo una bella nazione. Spero che appena finisca tutto questo si possa tornare nelle piazze a festeggiare, cantare, urlare e a gioire tutti insieme per essere usciti da questa situazione».